di Matteo Frosini
Aggiornamento 19/11/2025: abbiamo pubblicato sul nostro canale Instagram alcuni quiz sulle tematiche trattate da questo articolo. Trovate i quesiti e le relative risposte scorrendo fino in fondo alla pagina. Se siete interessati alle puntate precedenti dei nostri quiz, potete leggere gli articoli correlati qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui.
Cosa si intende con “Emergenza radiologica”?
Nel 2020 in Italia è stata recepita la Direttiva Euratom che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza per la protezione dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti per lavoratori e popolazione. Il concetto di “Emergenza” viene definito come “una situazione o un evento imprevisto e imprevedibile implicante una sorgente di radiazioni che richiede un’azione tempestiva intesa a mitigare gravi conseguenze avverse per la salute e la sicurezza della popolazione, la qualità della vita, il patrimonio o l’ambiente, o un rischio che potrebbe dar luogo a tali conseguenze avverse”.
Altra definizione importante per comprendere il concetto di situazione di emergenza è quella di “Incidente” descritto come “qualsiasi avvenimento non intenzionale le cui conseguenze o potenziali conseguenze sono significative dal punto di vista della radioprotezione o della sicurezza nucleare, e possono comportare dosi superiori ai limiti previsti dalla legge”.
Dunque l’incidente, per come è definito, può rappresentare la causa scatenante di un’emergenza, tutto dipende da come e in quanto tempo si interviene sull’evento incidentale. Si parla in tal caso di “Intervento” ovvero “attività umana intesa a prevenire o diminuire l’esposizione degli individui alle radiazioni dalle sorgenti che […] sono fuori controllo per effetto di un incidente, mediante azioni sulle sorgenti, sulle vie di esposizione e sugli individui stessi”.
Al fine di prevenire o bloccare le potenziali conseguenze di un incidente che coinvolga sorgenti di radiazioni possono essere attuate misure protettive o correttive: rispettivamente hanno il fine di evitare o ridurre le dosi da radiazioni alle quali si potrebbe essere esposti in una situazione di emergenza.
Come si classificano le Emergenze radiologiche?
Per classificare l’entità degli eventi nucleari e radiologici non-militari nel 1989 la IAEA ha sviluppato la Scala INES (International Nuclear and radiological Event Scale). Nato inizialmente come parametro applicabile ai soli incidenti avvenuti in centrali nucleari, è stato poi esteso anche ad altre situazioni come il trasporto o la detenzione di sorgenti di radiazioni.
Comprensiva di 8 livelli (da 0 a 7), è definita, come avviene per i terremoti, in scala logaritmica e distingue gli eventi in due categorie:
- GUASTI (da 1 a 3) tradotto dall’inglese “incident”;
- INCIDENTI (da 4 a 7) tradotto dall’inglese “accident”.
Il livello 0 descrive un evento senza conseguenze sulla sicurezza.
I livelli della Scala INES
Eccezione fatta per il livello 0, che non comporta conseguenze dal punto di vista della sicurezza, i livelli da 1 a 7 descrivono situazioni in cui la gravità dell’esposizione al rischio da radiazioni aumenta:
- Livello 1: Anomalia;
- Livello 2: Guasto, situazione in cui non si ha un impatto esterno allo stabilimento ma l’esposizione alle radiazioni viene contenuta al suo interno;
- Livello 3: Guasto grave, situazione in cui l’esposizione all’interno dello stabilimento è molto elevata e si ha una lieve fuoriuscita all’esterno;
- Livello 4: Incidente senza conseguenze significative all’esterno dell’impianto, situazione in cui si possono avere conseguenze fatali per i lavoratori dello stabilimento e impatto minore all’esterno. Un esempio di evento classificato di livello 4 è l’incidente di Tokaimura (Giappone) del 1999;
- Livello 5: Incidente con possibili conseguenze all’esterno dell’impianto, per cui si ha un limitato rilascio in atmosfera di materiale radioattivo ed esposizione significativa della popolazione. Un esempio è l’incidente di Goiania (Brasile) del 1987;
- Livello 6: Incidente grave, evento con un significativo rilascio di materiale radioattivo in atmosfera. Un esempio è l’incidente di Kystym (URSS) del 1957;
- Livello 7: Incidente catastrofico, con rilascio molto elevato di materiale radioattivo in atmosfera con effetti diffusi su ambiente e salute della popolazione. I due eventi ad oggi classificati di livello 7 sono l’incidente di Chernobyl (URSS) del 1986 e l’indicente di Fukushima Dai-ichi (Giappone) del 2011.
Dal punto di vista operativo, gli eventi classificati con livello 4 o superiore richiedono interventi immediati per ridurre l’esposizione dei lavoratori e degli individui della popolazione coinvolti.
Come far fronte ad un’Emergenza radiologica?
Le direttive internazionali in materia di radioprotezione, e quindi la legge italiana che le recepisce, prevedono la stesura di appositi piani di emergenza in tutti i casi in cui la presenza di sorgenti di radiazioni, in virtù della loro natura e del tipo di attività svolta, considerando tutte le ipotesi di incidente che possano coinvolgerle direttamente, comporta scenari di esposizione per lavoratori e individui della popolazione superiori ai limiti di legge. Con “Piano di emergenza” è definito “l’insieme delle misure e procedure da attuare per affrontare una situazione di esposizione di emergenza sulla base di eventi ipotizzati e dei relativi scenari”.
I Piani di emergenza si distinguono in interni, se riguardano incidenti che potenzialmente comportano superamenti dei limiti di dose nelle sole aree all’interno del perimetro dell’impianto in cui sono presenti le sorgenti di radiazioni, ed esterni se invece si possono stimare superamenti anche per gli individui all’esterno dell’impianto.
Gli scenari identificati a livello internazionale che possono comportare esposizioni alla popolazione superiori ai limiti stabiliti sono principalmente:
- Incidenti avvenuti al di fuori del territorio nazionale;
- Incidenti che coinvolgano navi a propulsione nucleare in aree portuali;
- Incidenti avvenuti nel corso di trasporto di materiale radioattivo;
- Rinvenimento di sorgenti orfane.
Nel 2023 in Italia è stato emanato il DPCM relativo all’adozione del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, nel quale sono definite le misure protettive volte alla riduzione del rischio di esposizione alle radiazioni.
Misure protettive in caso di emergenza
I criteri generici per l’adozione di misure protettive passano dalla definizione di “Dose proiettata”, ovvero la “dose che si prevede possa essere ricevuta in un intervallo di tempo dall’inizio dell’esposizione a seguito dell’incidente, da tutte le vie di esposizione, quando non vengono attuate misure protettive” espressa in mSv (milli-Sievert).
Le misure protettive considerate in caso di emergenza sono quelle riportate in tabella. In ogni caso l’intervento prevede l’applicazione delle norme generali di radioprotezione, che possono essere riassunte con Tempo – Distanza – Schermo.

L’evacuazione è una misura protettiva urgente attuata nella prima fase dell’emergenza con lo scopo di contrastare la via di esposizione per inalazione della nube radioattiva, con trasferimento in un centro di raccolta per un periodo temporale relativamente breve. La dislocazione invece prevede il trasferimento in un luogo diverso per un periodo di tempo prolungato.
Non occorre sottolineare come la misura protettiva fondamentale per l’attuazione del piano di emergenza sia l’informazione della popolazione. A questo scopo autorità come ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) e la Protezione Civile mettono a disposizione dei cittadini sui loro portali istituzionali spiegazioni molto utili per comprendere in modo semplice come comportarsi in caso di emergenza radiologica.
Le reti di monitoraggio
Ai fini della notifica di un evento incidentale l’Unione Europea ha sviluppato e adottato un sistema di scambio rapido di informazioni in caso di emergenza radiologica e nucleare denominato ECURIE (European Community Urgent Radiological Information Exchange), per cui ogni Stato membro ha l’obbligo di notificare immediatamente alla Commissione Europea e agli altri Stati membri eventuali incidenti e le misure adottate per la protezione della popolazione.
Per il monitoraggio continuo della radioattività in aria sono attive H24 reti gestite dall’ISIN:
- Rete REMRAD per l’analisi del particolato raccolto su filtro e determinazione di radioattività naturale e artificiale, con stazioni dislocate in punti strategici sul territorio (Torino, Sassari, Modena, Foggia e Trieste);
- Rete GAMMA per il monitoraggio della dose gamma da radioattività artificiale, con 61 rivelatori posti in siti del Comando dei Carabinieri e presso strutture delle ARPA/APPA.
Su più vasta scala è attiva la CTBTO (Comprehensive Nuclear Test-Ban-Treaty Organization), incaricata di garantire l’attuazione del trattato sull’abolizione dei test nucleari attraverso il Sistema Internazionale di Monitoraggio (SIM) e ispezioni in sito.
Questo articolo vi è piaciuto? Fateci sapere se vi interessa conoscere meglio alcuni degli incidenti radiologici che si sono verificati negli ultimi decenni.
Riferimenti:
- “Radioprotezione avanzata – Radionuclidi e acceleratori di elettroni fino a 10 MeV”, CISU, 2014
- D.Lgs. 31/07/2020 n. 101 – Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom
- DPCM 14/03/2022 – Adozione del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari
- DPCM 29/04/2022 – Determinazione dei livelli di riferimento per le situazioni di esposizione di emergenza radiologiche e nucleari e dei criteri per l’adozione di misure protettive da inserirsi nei piani di emergenza
- Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari (09/03/2022) – Dipartimento della Protezione Civile
Quante ne sai?
Abbiamo di recente lanciato sul nostro canale Instagram una serie di quiz a tema nucleare, con cadenza settimanale.
Ecco i quesiti proposti il 17 novembre 2025 (in grassetto le risposte corrette):
1) Cosa definisce una emergenza radiologica?
a – Variazione del livello di radiazioni
b – Procedura programmata di controllo
c – Evento imprevisto con emissione radioattiva
2) Quanti livelli comprende la Scala Ines?
a – 7
b – 5
c – 10
3) Quale rete ISIN monitora la dose gamma?
a – REMRAD
b – GAMMA
c – ECURIE




























