Emergenze Radiologiche

di Matteo Frosini

Aggiornamento 19/11/2025: abbiamo pubblicato sul nostro canale Instagram alcuni quiz sulle tematiche trattate da questo articolo. Trovate i quesiti e le relative risposte scorrendo fino in fondo alla pagina. Se siete interessati alle puntate precedenti dei nostri quiz, potete leggere gli articoli correlati quiquiquiquiquiquiquiquiquiqui e qui.

Cosa si intende con “Emergenza radiologica”?

Nel 2020 in Italia è stata recepita la Direttiva Euratom che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza per la protezione dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti per lavoratori e popolazione. Il concetto di “Emergenza” viene definito come “una situazione o un evento imprevisto e imprevedibile implicante una sorgente di radiazioni che richiede un’azione tempestiva intesa a mitigare gravi conseguenze avverse per la salute e la sicurezza della popolazione, la qualità della vita, il patrimonio o l’ambiente, o un rischio che potrebbe dar luogo a tali conseguenze avverse”.

Altra definizione importante per comprendere il concetto di situazione di emergenza è quella di “Incidente” descritto come “qualsiasi avvenimento non intenzionale le cui conseguenze o potenziali conseguenze sono significative dal punto di vista della radioprotezione o della sicurezza nucleare, e possono comportare dosi superiori ai limiti previsti dalla legge”.

Dunque l’incidente, per come è definito, può rappresentare la causa scatenante di un’emergenza, tutto dipende da come e in quanto tempo si interviene sull’evento incidentale. Si parla in tal caso di “Intervento” ovvero “attività umana intesa a prevenire o diminuire l’esposizione degli individui alle radiazioni dalle sorgenti che […] sono fuori controllo per effetto di un incidente, mediante azioni sulle sorgenti, sulle vie di esposizione e sugli individui stessi”.

Al fine di prevenire o bloccare le potenziali conseguenze di un incidente che coinvolga sorgenti di radiazioni possono essere attuate misure protettive o correttive: rispettivamente hanno il fine di evitare o ridurre le dosi da radiazioni alle quali si potrebbe essere esposti in una situazione di emergenza.

Come si classificano le Emergenze radiologiche?

Scala Internazionale degli Eventi Nucleari (INES) - quival.it

Per classificare l’entità degli eventi nucleari e radiologici non-militari nel 1989 la IAEA ha sviluppato la Scala INES (International Nuclear and radiological Event Scale). Nato inizialmente come parametro applicabile ai soli incidenti avvenuti in centrali nucleari, è stato poi esteso anche ad altre situazioni come il trasporto o la detenzione di sorgenti di radiazioni.

Comprensiva di 8 livelli (da 0 a 7), è definita, come avviene per i terremoti, in scala logaritmica e distingue gli eventi in due categorie:

  • GUASTI (da 1 a 3) tradotto dall’inglese “incident”;
  • INCIDENTI (da 4 a 7) tradotto dall’inglese “accident”.

Il livello 0 descrive un evento senza conseguenze sulla sicurezza.

I livelli della Scala INES

Eccezione fatta per il livello 0, che non comporta conseguenze dal punto di vista della sicurezza, i livelli da 1 a 7 descrivono situazioni in cui la gravità dell’esposizione al rischio da radiazioni aumenta:

  • Livello 1: Anomalia;
  • Livello 2: Guasto, situazione in cui non si ha un impatto esterno allo stabilimento ma l’esposizione alle radiazioni viene contenuta al suo interno;
  • Livello 3: Guasto grave, situazione in cui l’esposizione all’interno dello stabilimento è molto elevata e si ha una lieve fuoriuscita all’esterno;
  • Livello 4: Incidente senza conseguenze significative all’esterno dell’impianto, situazione in cui si possono avere conseguenze fatali per i lavoratori dello stabilimento e impatto minore all’esterno. Un esempio di evento classificato di livello 4 è l’incidente di Tokaimura (Giappone) del 1999;
  • Livello 5: Incidente con possibili conseguenze all’esterno dell’impianto, per cui si ha un limitato rilascio in atmosfera di materiale radioattivo ed esposizione significativa della popolazione. Un esempio è l’incidente di Goiania (Brasile) del 1987;
  • Livello 6: Incidente grave, evento con un significativo rilascio di materiale radioattivo in atmosfera. Un esempio è l’incidente di Kystym (URSS) del 1957;
  • Livello 7: Incidente catastrofico, con rilascio molto elevato di materiale radioattivo in atmosfera con effetti diffusi su ambiente e salute della popolazione. I due eventi ad oggi classificati di livello 7 sono l’incidente di Chernobyl (URSS) del 1986 e l’indicente di Fukushima Dai-ichi (Giappone) del 2011.

Dal punto di vista operativo, gli eventi classificati con livello 4 o superiore richiedono interventi immediati per ridurre l’esposizione dei lavoratori e degli individui della popolazione coinvolti.

▷ L'Incidente di Goiania | opera di Ibbieffe | per Tutti | genere:  Giornalismo | su BraviAutori.it
Operazioni di demolizione e decontaminazione in seguito all’incidente di Goiania del 1987.

Come far fronte ad un’Emergenza radiologica?

Le direttive internazionali in materia di radioprotezione, e quindi la legge italiana che le recepisce, prevedono la stesura di appositi piani di emergenza in tutti i casi in cui la presenza di sorgenti di radiazioni, in virtù della loro natura e del tipo di attività svolta, considerando tutte le ipotesi di incidente che possano coinvolgerle direttamente, comporta scenari di esposizione per lavoratori e individui della popolazione superiori ai limiti di legge. Con “Piano di emergenza” è definito “l’insieme delle misure e procedure da attuare per affrontare una situazione di esposizione di emergenza sulla base di eventi ipotizzati e dei relativi scenari”.

I Piani di emergenza si distinguono in interni, se riguardano incidenti che potenzialmente comportano superamenti dei limiti di dose nelle sole aree all’interno del perimetro dell’impianto in cui sono presenti le sorgenti di radiazioni, ed esterni se invece si possono stimare superamenti anche per gli individui all’esterno dell’impianto.

Gli scenari identificati a livello internazionale che possono comportare esposizioni alla popolazione superiori ai limiti stabiliti sono principalmente:

  • Incidenti avvenuti al di fuori del territorio nazionale;
  • Incidenti che coinvolgano navi a propulsione nucleare in aree portuali;
  • Incidenti avvenuti nel corso di trasporto di materiale radioattivo;
  • Rinvenimento di sorgenti orfane.
Il sottomarino nucleare USS New Jersey è il nuovo gioiello tecnologico  della US Navy
Trasporto » IFSN
Alcune delle situazioni per cui è richiesta la stesura di un Piano di emergenza: navi a propulsione nucleare, trasporto di materiale radioattivo, rinvenimento di sorgenti orfane.

Nel 2023 in Italia è stato emanato il DPCM relativo all’adozione del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, nel quale sono definite le misure protettive volte alla riduzione del rischio di esposizione alle radiazioni. 

Misure protettive in caso di emergenza

I criteri generici per l’adozione di misure protettive passano dalla definizione di “Dose proiettata”, ovvero la “dose che si prevede possa essere ricevuta in un intervallo di tempo dall’inizio dell’esposizione a seguito dell’incidente, da tutte le vie di esposizione, quando non vengono attuate misure protettive” espressa in mSv (milli-Sievert).

Le misure protettive considerate in caso di emergenza sono quelle riportate in tabella. In ogni caso l’intervento prevede l’applicazione delle norme generali di radioprotezione, che possono essere riassunte con Tempo – Distanza – Schermo.

L’evacuazione è una misura protettiva urgente attuata nella prima fase dell’emergenza con lo scopo di contrastare la via di esposizione per inalazione della nube radioattiva, con trasferimento in un centro di raccolta per un periodo temporale relativamente breve. La dislocazione invece prevede il trasferimento in un luogo diverso per un periodo di tempo prolungato.

I Simpson: a quanto ammonterebbero le spese mediche di Homer?
Esempi di misure protettive in caso di emergenza: riparo al chiuso ed evacuazione.

Non occorre sottolineare come la misura protettiva fondamentale per l’attuazione del piano di emergenza sia l’informazione della popolazione. A questo scopo autorità come ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) e la Protezione Civile mettono a disposizione dei cittadini sui loro portali istituzionali spiegazioni molto utili per comprendere in modo semplice come comportarsi in caso di emergenza radiologica.

Le reti di monitoraggio

Ai fini della notifica di un evento incidentale l’Unione Europea ha sviluppato e adottato un sistema di scambio rapido di informazioni in caso di emergenza radiologica e nucleare denominato ECURIE (European Community Urgent Radiological Information Exchange), per cui ogni Stato membro ha l’obbligo di notificare immediatamente alla Commissione Europea e agli altri Stati membri eventuali incidenti e le misure adottate per la protezione della popolazione.

Per il monitoraggio continuo della radioattività in aria sono attive H24  reti gestite dall’ISIN:

  • Rete REMRAD per l’analisi del particolato raccolto su filtro e determinazione di radioattività naturale e artificiale, con stazioni dislocate in punti strategici sul territorio (Torino, Sassari, Modena, Foggia e Trieste);
  • Rete GAMMA per il monitoraggio della dose gamma da radioattività artificiale, con 61 rivelatori posti in siti del Comando dei Carabinieri e presso strutture delle ARPA/APPA.
ISIN, brevettato metodo per rilevare immediatamente le contaminazioni  radioattive. | Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la  radioprotezione
Stazione di monitoraggio REMRAD di Sgonico (TS).

Su più vasta scala è attiva la CTBTO (Comprehensive Nuclear Test-Ban-Treaty Organization), incaricata di garantire l’attuazione del trattato sull’abolizione dei test nucleari attraverso il Sistema Internazionale di Monitoraggio (SIM) e ispezioni in sito.

Questo articolo vi è piaciuto? Fateci sapere se vi interessa conoscere meglio alcuni degli incidenti radiologici che si sono verificati negli ultimi decenni.

Riferimenti:

  •  “Radioprotezione avanzata – Radionuclidi e acceleratori di elettroni fino a 10 MeV”, CISU, 2014
  • D.Lgs. 31/07/2020 n. 101 – Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom 
  • DPCM 14/03/2022 – Adozione del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari
  • DPCM 29/04/2022 – Determinazione dei livelli di riferimento per le situazioni di esposizione di emergenza radiologiche e nucleari e dei criteri per l’adozione di misure protettive da inserirsi nei piani di emergenza
  • Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari (09/03/2022) – Dipartimento della Protezione Civile

Quante ne sai?

Abbiamo di recente lanciato sul nostro canale Instagram una serie di quiz a tema nucleare, con cadenza settimanale.
Ecco i quesiti proposti il 17 novembre 2025 (in grassetto le risposte corrette):

1)  Cosa definisce una emergenza radiologica?
a – Variazione del livello di radiazioni
b – Procedura programmata di controllo
c – Evento imprevisto con emissione radioattiva

2) Quanti livelli comprende la Scala Ines?
a – 7
b – 5
c – 10

3) Quale rete ISIN monitora la dose gamma?
a – REMRAD
b – GAMMA
c – ECURIE

Settimo Milanese, Cologno e Torino: si divulga forte!

Contribuire a diffondere la conoscenza scientifica nel campo dell’energia nucleare rappresenta uno degli obiettivi principali della nostra associazione: è la passione che ci unisce e che portiamo avanti quotidianamente e con gratuità, rispondendo alle richieste di scuole, università, associazioni, circoli culturali ed ogni altra realtà che desideri il nostro contributo e le nostre competenze.

Oggi vi raccontiamo alcune iniziative di cui sono stati protagonisti i nostri soci nelle scorse settimane, rendendo disponibile ai lettori anche il materiale informativo, che aggiungiamo alla collezione nell’archivio del nostro sito.

Il primo evento si è svolto il 28 settembre. Iyed Boussaa, fisico teorico, e Riccardo Chebac, ingegnere nucleare, hanno partecipato a “La scienza risponde”, un evento promosso dalla Biblioteca Comunale di Settimo Milanese a margine di una serata dedicata alla figura di Oppenheimer. In quell’occasione i nostri esperti hanno potuto soddisfare tutte le curiosità sull’energia nucleare e sviscerare i dubbi che erano stati raccolti durante l’estate attraverso un box messo a disposizione all’interno della biblioteca.

Le slide dell’incontro sono disponibili a questo link.

Proseguiamo con la seconda iniziativa, svoltasi a Cologno Monzese il 29 settembre. Andrea Elia Montini, studente di ingegneria energetica presso il Politecnico di Milano, è stato ospite dell’associazione Auser per rispondere, assieme ad alcuni altri ragazzi del progetto “Giovani Blu”,  a tutte le domande del pubblico – davvero partecipe e attento –  relative ai temi del cambiamento climatico , delle radiazioni e dell’energia nucleare.

La presentazione è scaricabile a questo link.

Concludiamo con un’iniziativa davvero fuori dal comune, e che speriamosi possa replicare anche in altre occasioni, perchè ha attirato davvero molta curiosità, divertimento ed interesse. Si tratta dell’Escape Room a tema nucleare che i ricercatori e dottorandi del Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino – alcuni dei quali nostri soci – hanno allestito in occasione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori. 


<<Sei nella sala di controllo di una centrale nucleare durante un incidente: fai attenzione ai segnali e alle informazioni che troverai per rimettere in sicurezza l’impianto.>>

Non vi sta salendo la voglia? 

Nella foto: Simone Bleynat, Roberto Bonifetto, Antonio Froio, Marco De Bastiani, Alex Aimetta, Davide Pettinari, Marco Caravello, Fabrizio Lisanti. Hanno contribuito anche Nicolò Abrate, Federico Ledda e Raffaella Testoni. Grazie a tutti!


Siete studenti? Fate parte di una associazione? Volete organizzare un evento con noi o invitarci ad una vostra iniziativa? Scriveteci!

Quanto è Radioattiva Roma?

di Massimo Burbi

Qualche settimana fa mi sono fatto una passeggiata nella “città eterna” indossando il mio dosimetro. Itinerario tipico del turista con macchina fotografica e gelato in mano: Colosseo, Fontana di Trevi, Piazza di Spagna, Via Condotti, Via del Corso, Piazza del Popolo e bighellonaggio vario tra Piazza San Pietro, Via della Conciliazione e Castel Sant’Angelo.

Risultato: una media di circa 0.20 μSv/h con punte intorno agli 0.40 μSv/h nella zona di Piazza San Pietro.

Immagine 1 – Lettura del dosimetro su Via della Conciliazione. Valori oscillanti intorno agli 0.40 μSv/h. Sullo sfondo è visibile “il cupolone” della Basilica di San Pietro.

E’ tanto? E’ poco? Mettiamoci un po’ di contesto: Il grafico del rateo medio di dose da radiazione gamma della giornata (Immagine 2) parte dalle 7:00 del mattino, quando ero ancora nella mia camera e il mio dosimetro rilevava circa 0.05 μSv/h. Poi, intorno alle 8:00, sono salito in treno e nelle tre ore circa di viaggio la rilevazione del dosimetro ha oscillato intorno agli 0.10 μSv/h.

Iniziando a passeggiare per Roma, a partire dalle 11:00 circa, il rateo di dose medio orario sale subito a poco meno di 0.20 μSv/h, oscillando poi tra 0.15 e 0.17 μSv/h nelle due ore successive, per poi scendere poco sotto gli 0.15 μSv/h e risalire sopra gli 0.25 μSv/h nell’ora circa passata in Piazza San Pietro e dintorni.

Il rateo scende poi con il trasferimento alla stazione Termini e l’attesa al binario e torna infine sotto gli 0.10 μSv/h nelle ore del viaggio di ritorno in treno [1]

Immagine 2 – Grafico del rateo di dose medio orario della giornata, a partire dalle 7:00 del mattino, fino al rientro a casa. Le ore centrali del grafico (passate in varie zone di Roma) sono quelle con i valori più elevati.
Immagine 3 – Itinerario dei punti rilevati e geolocalizzati dal dosimetro durante la mia passeggiata. Tra Piazza Venezia e Piazza del Popolo il segnale GPS si è perso, ma lo strumento ha comunque continuato a rilevare.

Primo dato: passeggiando per Roma ho preso un rateo di dose da tre a cinque volte quello che avrei preso standomene tranquillo a casa mia. Niente depositi nascosti di scorie o amenità simili, si tratta del fondo ambientale di radiazioni, perché in natura c’è l’Uranio, c’è il Torio, c’è il Potassio 40, etc. e noi respiriamo, beviamo e mangiamo loro e i loro prodotti di decadimento ogni giorno che stiamo al mondo [2], così come facevano i nostri antenati migliaia di anni fa.

Che Roma sia più radioattiva della media non è una scoperta, già nel 2011 divenne di dominio pubblico quando un team della Protezione Civile salì sul tetto dell’ambasciata italiana a Tokyo per misurare la radioattività ambientale. Erano i giorni in cui i quotidiani di casa nostra raccontano la capitale giapponese come una città al collasso, con milioni di persone in fuga dalla “nube atomica” di Fukushima [3]. Il valore rilevato fu un modesto 0.04 µSv/h e quando venne riportato dalla stampa che il dato era sei volte inferiore alla media di Roma, la cosa, anziché rassicurare tutti sulla salute degli abitanti di Tokyo, finì per allarmare più di uno sulla sorte di quelli di Roma, tanto che l’allora sindaco Alemanno sentì il bisogno di intervenire per dire che non c’erano centrali nucleari nascoste [4].

Immagine 4 – Alcuni dei punti rilevati tra Piazza San Pietro e Via della Conciliazione.

Nel mio caso si è trattato di un’esposizione di poche ore, ma che dire di chi vive a Roma tutto l’anno? Le zone di Roma non sono tutte uguali, ma un reteo di dose medio di 0.25 μSv/h vuol dire 2190 μSv in un anno dal solo fondo ambientale di radiazione gamma, contro i circa 600 μSv in un anno che prende in media un abitante dell’Italia e i 500 μSv circa che prende in un anno un abitante del pianeta Terra [5] (*).

La differenza tra Roma e “la norma”, solo parlando di radiazione gamma, è quindi di circa 1500 μSv all’anno. Consideriamo che la dose media individuale accumulata dalla popolazione italiana nell’arco di oltre trent’anni a causa dell’incidente di Chernobyl è stata di circa 1000 μSv, di cui circa la metà nel corso del primo anno [6]. 

Quindi trasferirsi in certe zone di Roma da una località “media” italiana vuol dire mettere in conto una dose aggiuntiva di radiazioni paragonabile a quella che si avrebbe se ci fosse un incidente di Chernobyl, in Ucraina, tutti gli anni. Date in pasto tutto questo a qualche tribuno televisivo d’assalto e la conclusione potrebbe essere che Roma (che non è nemmeno il luogo più radioattivo d’Italia) dovrebbe essere evacuata.

Immagine 5 – Cosa rende radioattiva Roma? Gli stessi radionuclidi che rendono naturalmente radioattivo il resto del mondo, principalmente Uranio 238 e progenie, Torio 232 e progenie e Potassio 40. Lo sorgente sono i blocchetti di leucitite della pavimentazione. Spettro gamma rilevato in Piazza San Pietro nel 2019. Durata della misura: 90 minuti. Rateo medio di dose da radiazione gamma: 0.36 µSv/h.

Resta però ancora da rispondere alla domanda inziale: è tanto? è poco? In giro per il mondo ci sono luoghi molto più radioattivi di Roma dove la dose media individuale da fonti naturali per la popolazione supera i 20,000 μSv all’anno ed è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla scorta di decenni di monitoraggio fatto dall’UNSCEAR [8], a dirci che non esistono prove che un simile livello di radiazioni costituisca un rischio per la salute [9]. Quindi non c’è motivo di evacuare Roma, né tantomeno di smettere di andare a Piazza San Pietro ogni volta che se ne ha l’occasione, ma se avessi omesso questo ultimo dato (come normalmente fanno i media quando parlano di radiazioni), quanti avrebbero tratto da questo post un’indicazione opposta?

N.B. nel corso della mia ultima visita in Giappone, in circa sette ore passate a Fukushima, nella zona intorno alla centrale, inclusa una prolungata permanenza all’interno della No Go Zone, dove in teoria si può transitare in macchina ma non ci si può fermare e nemmeno aprire i finestrini, accumulai 1.60 μSv, con un rateo di dose medio di 0.23 μSv/h [10], paragonabile a quello che ho preso passeggiando tra le bellezze di Roma in mezzo ai turisti. 

RIFERIMENTI E NOTE

[1] Misure effettuate con Dosimetro Tracerco PED+.

[2] https://hps.org/publicinformation/ate/faqs/faqradbods.html?fbclid=IwAR0spUv0UkQ7FW2NqVXcOZg8RSBvlxm6ZxDw6shgnHiGM2CsP2STsKXa0KA

[3] https://www.repubblica.it/esteri/2011/03/20/news/tokyo_capitale_in_agonia-13852633/?fbclid=IwAR1FLq27uJT1-VnUEXevMH9nChhri55iVquQ7eq4E7jgK0FGel6BLWoXbuU

[4] https://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_marzo_16/ambasciata-giappone-roma-piu-radioattiva-tokyo-190238152192.shtml?fbclid=IwAR3D2eEWXJ_a6F5pduXC1Q3-qKefVuAUlNuPb4h6fTBncO9rfBvrnJ43IHQ

[5] http://www.fisicaweb.org/doc/radioattivita/geiger%20muller/taratura.pdf?fbclid=IwAR2-FlogA72qx2IVKf7n-R18DXFoEtArRx_1dClu7Cx-GFuiJyHTpNW5qTI   

[6] https://www.iss.it/documents/20126/45616/Pag511_517Vol33N41997.pdf/076e1b05-52c6-b0d4-8872-be3278497813?t=1581098998564&fbclid=IwAR3aw1zoJ0Jr3IJkYT52srgLQhWRMoNnU0GCnV9-yejCSyLoHu75Z381H9c

[7] https://www.unscear.org/unscear/en/areas-of-work/chernobyl.html

[8] https://www.unscear.org/docs/publications/2017/UNSCEAR_2017_Annex-B.pdf

[9] https://www.who.int/docs/default-source/documents/publications/health-effects-of-the-chernobyl-accident.pdf

[10] https://nucleareeragione.org/2019/12/18/un-giorno-a-fukushima-2/

(*) Si tratta del valore da raggi gamma terrestri, se si considerano tutti i contributi da sorgenti naturali i valori salgono rispettivamente a 2400 μSv e 3300 μSv

ECO&BRAIN: Festival dell’Ambientalismo Razionale

— AGGIORNAMENTO: pubblicate le foto dell’evento in coda all’articolo —

Il primo Festival dell’Ambientalismo Razionale, Eco&Brain, avrà luogo a Milano nelle giornate del 18 e 19 novembre, presso lo spazio C30 in viale Cassala 30.

L’evento – già tutto esaurito – sarà trasmesso anche online sui canali Youtube del Comitato Nucleare e Ragione e de L’Avvocato dell’Atomo e vedrà la partecipazione di numerosi scienziati e divulgatori, che affronteranno alcune delle tematiche più scottanti legate al rapporto tra uomo e ambiente. Lo affermano i componenti della rete di divulgatori “eco-modernisti” di Italia per il Nucleare, di cui fanno parte Associazione Piero Capone, Avvocato dell’Atomo, Comitato Nucleare e Ragione, Energia in Numeri, GiovaniBlu e La Fisica che Non Ti Aspetti.

<<Per affrontare i cambiamenti climatici – proseguono i promotori del Festival – è necessario un approccio scientifico e basato sui dati. Per questo reputiamo imprescindibile confrontarci con alcuni dei più importanti scienziati e divulgatori del settore in merito a OGM, alimentazione, gestione dei rifiuti radioattivi, energia nucleare e sviluppo sostenibile. Il festival si concluderà con l’intervento di un’ospite speciale, l’attivista climatica svedese Ia Aanstoot, promotrice della campagna “Dear Greenpeace” per chiedere all’associazione ambientalista di abbandonare le posizioni contrarie all’energia nucleare>>, conclude Italia per il Nucleare.


Questo il programma completo:

SABATO 18 NOVEMBRE

14.30 – 16:00 Capire la crisi climatica
Con Matteo Miluzio (Chi ha Paura del Buio?)
Introduce Andrea Lorenzon (Cartoni Morti).

16:00 – 17:00 L’impatto del fast fashion su ambiente e clima
Con Matteo Ward

17:15 – 18:15 “E le scorie dove le mettiamo?” Il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi
Con Simone Bleynat (Politecnico di Torino e Comitato Nucleare e Ragione)

DOMENICA 19 NOVEMBRE

10:30 – 11:30 Il cibo del futuro è coltivato in laboratorio?
Con prof. Stefano Biressi (Università di Trento), prof. Sergio Saia (Università di Pisa), prof.ssa Diana Massai (Politecnico di Torino)

11:45 – 12:45 Aviazione sostenibile: il futuro dei carburanti.
Con Pasquale Abbattista
Modera Vittorio Baraldi

14:30 – 15:30 I misteri della radioattività. Presentazione del libro “Radioactivity”
Di Marco Coletti
Presenta Marco Ruocco (Ingegneria Italia)

15:45 – 16:45 Tutto quello che ti hanno detto sugli OGM non è falso, di più!
Con Roberto Defez (CNR) e Donatello Sandroni
Modera Jacopo Giliberto.

17:00 – 18:00 Il futuro dell’ambientalismo e dell’attivismo giovanile. Dialogo con Ia Aanstoot
Traduce dall’inglese Francesca Calabrò


Si ringraziano gli sponsor Newcleo e Safas, per il successo di questa iniziativa.

GALLERIA
(ringraziamo @Orticafilm)

Energia nucleare: prospettiva chiara e innovativa contro il cambiamento climatico

di Elena Arigliani

Il cambiamento climatico è un fenomeno globale che rappresenta uno dei più grandi rischi che la nostra società sta affrontando. Da anni, governi ed imprese si impegnano attivamente nella prevenzione e nella mitigazione degli impatti del cambiamento climatico, le cui conseguenze sono visibili già oggi. 

In questo contesto, l’industria nucleare è chiamata a rispondere con tempestività alle sfide urgenti derivanti dall’aumento delle temperature e dalle sue conseguenze. Il recente rapporto dell’IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), intitolato “Climate Change and Nuclear Power 2022”, ci mette in guardia sul crescente impatto e la maggiore intensità dei rischi climatici che le centrali nucleari dovranno affrontare. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che il settore nucleare sta già agendo in modo proattivo per garantire che le centrali siano pronte ad affrontare l’evoluzione del clima e dei rischi ambientali. Le conclusioni chiare e dettagliate di tale documento sono la conferma di quanto già pubblicato nel 2021 dalla Nuclear Energy Agency in “Climate Change: Assessment of the Vulnerability of Nuclear Power Plants and Approaches for their Adaptation”. 

Come emerge da tali documenti, l’industria nucleare ha riconosciuto in modo preventivo l’importanza di adeguarsi ai cambiamenti climatici. Già nella fase di progettazione delle centrali nucleari, vengono attentamente considerati i rischi legati al cambiamento climatico, tra cui l’innalzamento del livello del mare, le temperature estreme e altri eventi climatici estremi. Questo approccio si applica sia alle nuove centrali che a quelle esistenti, dimostrando l’attenzione costante alla sicurezza e alla resistenza delle strutture.

L’adattamento alle nuove condizioni climatiche è un aspetto cruciale dell’operatività delle centrali nucleari. Gli operatori delle reti energetiche stanno integrando dati e scenari climatici dettagliati per adeguare il monitoraggio e le operazioni delle centrali, garantendo una produzione stabile ed affidabile. Inoltre, gli studi di impatto condotti da enti come RTE (Réseau de Transport d’Électricité, “Rete di trasmissione dell’energia Elettrica”) in Francia, rivelano un quadro promettente: il settore nucleare non solo si sta adattando con successo agli effetti dei cambiamenti climatici, ma sta anche spingendo verso soluzioni innovative. Un punto di rassicurante evidenza è l’investimento in tecnologie che riducono la dipendenza dall’acqua per il raffreddamento. Sistemi innovativi come il raffreddamento ad aria testimoniano l’impegno tangibile nel cercare soluzioni sostenibili per le sfide climatiche.

Inoltre, la collaborazione con governi e autorità regolatorie rappresenta anch’essa un aspetto cruciale. Un quadro normativo ben strutturato è essenziale per facilitare gli investimenti necessari all’adattamento alle nuove condizioni climatiche. Affrontare i cambiamenti climatici richiede infatti un approccio integrato che coinvolge l’intero sistema energetico per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di energia a livello nazionale.

Un esempio tangibile è rappresentato dal progetto ADAPT di EDF (Électricité de France), presentato all’Autorité de Sûreté Nucléaire (ASN, Autorità di Sicurezza Nucleare) nel 2023. Questo progetto, proiettato nel lungo termine, mira a preparare le centrali nucleari al contesto climatico in evoluzione, integrandosi con il processo di riesame periodico.  L’attenzione al dettaglio è evidente: l’ASN ha rilevato, davanti alla commissione delle finanze del Senato, che il cambiamento climatico altera i fattori climatici che potrebbero influenzare un sito nucleare, richiedendo l’adeguata considerazione da parte dell’operatore. Ad esempio, dal punto di vista della sicurezza, l’operatore deve assicurare che la temperatura dell’aria all’interno dei locali non superi la massima temperatura ammissibile per gli equipaggiamenti fondamentali per la sicurezza in caso di ondata di calore. Deve inoltre garantire che durante periodi di siccità e bassi livelli idrici, i reattori abbiano sempre a disposizione una quantità sufficiente di acqua per il raffreddamento del combustibile. L’operatore deve anche considerare il rischio di inondazione per le installazioni costiere.

I livelli di rischio cui devono far fronte le centrali nucleari sono quindi soggetti a una revisione ogni dieci anni nell’ambito dei riesami periodici, integrando il cambiamento climatico nella valutazione.

Il cambiamento climatico ha anche conseguenze sull’impatto ambientale delle centrali nucleari. Per le unità con sistemi di raffreddamento a circuito aperto (senza torri di raffreddamento ad aria), la diminuzione del flusso d’acqua di un corso d’acqua utilizzato per il raffreddamento può causare un aumento della temperatura dell’acqua a valle di alcuni gradi al di sopra delle soglie stabilite per la protezione degli ecosistemi acquatici. Questo può influenzare la dispersione degli effluenti liquidi provenienti dai reattori e quindi aumentare le concentrazioni di sostanze chimiche e radioattive nell’ambiente.

Al fine di gestire adeguatamente l’effetto di tali situazioni sull’ambiente, le condizioni di rilascio delle installazioni sono regolate da decisioni dell’ASN, adattate a ciascuna centrale nucleare.

L’ASN sottolinea quindi, la necessità di adottare una visione a medio e lungo termine degli effetti del cambiamento climatico e promuove un approccio territoriale per affrontare gli effetti potenzialmente cumulativi legati alla presenza di più siti nucleari in un medesimo bacino idrografico. Nel breve termine, l’ASN ha richiesto ad EDF di prevedere come affrontare le possibili situazioni di caldo e siccità nelle prossime estati, sulla base delle esperienze dell’anno 2022.

In conclusione, l’industria nucleare sta dimostrando un impegno tangibile nell’affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. Le strategie adottate, basate su solide basi scientifiche e su un approccio preventivo, riflettono la volontà di garantire un approvvigionamento energetico sicuro, affidabile e sostenibile, mentre si contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico.

Riferimenti

RADIOATTIVITÀ E APPLICAZIONI INDUSTRIALI – SECONDA PUNTATA

di Matteo Frosini

La prima puntata di questo ciclo di articoli sugli impieghi industriali delle radiazioni è disponibile a questo link.

Aggiornamento 7/10/2025: abbiamo pubblicato sul nostro canale Instagram alcuni quiz sulle tematiche trattate da questo articolo. Trovate i quesiti e le relative risposte scorrendo fino in fondo alla pagina. Se siete interessati alle puntate precedenti dei nostri quiz, potete leggere gli articoli correlati quiquiquiquiquiquiqui e qui.

Macchine a Raggi X e sorgenti di neutroni

La scoperta, del tutto casuale, dei raggi X da parte del fisico tedesco Wilhelm Roengten alla fine del 1800 ha aperto la strada ad altri eminenti fisici dell’epoca, portandoli alla scoperta della radioattività. A differenza della radiazione gamma emessa da elementi radioattivi, i raggi X sono prodotti con apposite macchine (la prima fu il tubo catodico), per cui è possibile ottenere un ampio intervallo di energie, anche in funzione del potere penetrante necessario. Fin da subito la radiazione X è stata impiegata per indagare la struttura atomica della materia e per applicazioni mediche (la sua prima applicazione è stata la radiografia).

Oltre 30 anni più tardi, nel 1932, il fisico inglese James Chadwick ipotizza l’esistenza di un nuovo tipo di particella, con massa paragonabile a quella del protone ma senza carica elettrica, il neutrone. Le evidenze sperimentali della sua esistenza erano già state ottenute negli anni precedenti dai coniugi Curie (Irene, figlia di Marie Curie, e Frederic) ma male interpretate. I neutroni sono particelle aventi una capacità di penetrazione nei materiali maggiore rispetto a quella della radiazione X o gamma, e sono assorbiti in materiali con alto contenuto di idrogeno (come ad esempio acqua o paraffina). Per le loro proprietà fisiche anche queste particelle vennero da subito impiegate per indagare la struttura subatomica della materia, basti pensare che la prima fissione nucleare dell’elemento Uranio si ottenne nel 1934 in Italia.

Fil:Penetrating power of different types of radiation - alpha, beta, gamma  and neutrons.svg – Wikipedia
Potere penetrante delle diverse tipologie di radiazioni ionizzanti.

In questo articolo vedremo quali sono le applicazioni industriali della radiazione X di medio/basse energia e dei neutroni. Non verrà trattato l’impiego della radiazione X prodotta da acceleratori di particelle e della radiazione neutronica per scopi civili, quindi reattori nucleari per la produzione di energia elettrica.

Come funziona un generatore di Raggi X?

Tutti noi abbiamo visto o, anche inconsapevolmente usufruito, di una macchina in grado di emettere radiazione X. Ma come funzionano questi dispositivi? All’interno di ciascuna macchina è presente un tubo radiogeno di dimensioni più o meno estese a seconda dell’utilizzo.

Un tubo radiogeno è costituito da un contenitore sigillato in vetro, all’interno del quale viene fatto il vuoto. Ai capi del tubo sono presenti un filamento metallico (il catodo) e una targhetta metallica (l’anodo). Sul filamento viene fatta scorrere un’elevata corrente elettrica che provoca l’emissione di elettroni (effetto termoionico); questi elettroni sono indirizzati ed accelerati verso la targhetta metallica posta all’altro capo del tubo grazie ad una differenza di potenziale esterna. Quando gli elettroni impattano sulla targhetta si hanno due fenomeni fisici distinti: il primo è l’emissione di radiazione X provocata dal rallentamento degli elettroni, il secondo è sempre l’emissione di radiazione X provocata dall’eccitazione degli elementi presenti nella targhetta. Il primo tipo di emissione è chiamata Bremmstrahlung (dal tedesco “radiazione di frenamento) ed è caratterizzata da un ampio intervallo di energia, il secondo è la radiazione X caratteristica con energia ben definita. A seconda del tipo di elemento costituente la targhetta può essere ottenuta radiazione caratteristica con energia diversa, che varia a seconda del tipo di applicazione. Infatti maggiore è l’energia della radiazione X, maggiore è la sua capacità di penetrazione nella materia. Alcuni esempi di elementi impiegati come targhetta sono tungsteno, molibdeno, argento.

Dal momento che circa il 99% dell’energia utilizzata per la produzione di radiazione X viene persa sottoforma di calore, i tubi radiogeni hanno incorporati dei sistemi di raffreddamento per evitare la perdita di integrità delle sue componenti interne.

La radiazione X prodotta viene emessa in ogni direzione, per cui i tubi sono racchiusi all’interno di guaine i alluminio e piombo in modo da schermare le emissioni nelle direzioni non necessarie per l’utilizzo.

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Schema semplificato di un tubo radiogeno e come si presenta nella realtà.

Applicazioni industriali degli apparecchi a raggi X

La radiazione X, in virtù del fatto che può essere prodotta con energie diverse, in alcuni casi anche molto elevate, trova applicazione in una vasta gamma di settori.

Come visto per i dispositivi che incorporano sorgenti di radiazione gamma, questi macchinari sono impiegati per misure di spessore, densità e livello.  Modulando l’energia della radiazione emessa è possibile trattare diversi tipi di materiali, dalla carta ai liquidi, dal metallo alle plastiche. La radiazione X trova poi applicazione in altri settori di cui se ne riportano alcuni esempi di seguito.

Analisi XRF

L’analisi XRF (acronimo inglese che sta per X-Ray Fluorescence) prevede l’impiego di una sorgente di radiazione X per investigare la composizione chimica di matrici come leghe metalliche o rocce. Gli spettrometri XRF possono essere fissi o portatili: al loro interno è presente un tubo radiogeno che emette radiazione X diretta verso la matrice da analizzare. Quando un elemento viene esposto a raggi X, viene eccitato ed emette a sua volta radiazione X di fluorescenza; questa radiazione ha una ben definita energia che è unica per ciascun elemento della tavola periodica. Misurando questa radiazione X secondaria emessa dal campione è quindi possibile risalire agli elementi presenti al suo interno. I dispositivi in commercio permettono non solo di effettuare analisi qualitative ma anche quantitative, calcolando la percentuale di ciascun elemento presente nel campione.

Questo tipo di analisi chimica non distruttiva è molto diffusa nei laboratori di analisi e ricerca, negli stabilimenti che riciclano metalli e, soprattutto i dispositivi portatili risultano utili per indagini nel campo della geologia e dell’oreficeria.

Metodi per identificare l'acciaio inossidabile - Nitty-Gritty
Niton™ XL2 XRF Analyzer
Schema di funzionamento di uno spettrometro XRF ed esempio di dispositivo portatile.

Radiografia industriale

Come avviene in ambito medico, anche in industria le radiazioni X sono utilizzate per eseguire delle radiografie. L’applicazione più nota della radiografia non per scopo medico si può ritrovare negli aeroporti. Prima di imbarcarci i nostri bagagli vengono fatti passare attraverso delle macchine che emettono raggi X e permettono agli operatori di sicurezza di intercettare eventuali oggetti indesiderati. I materiali aventi densità elevata (ad esempio metalli) schermano maggiormente i raggi X, al contrario di quelli meno densi (carta, plastica); ciò si traduce in diverse “tonalità” visualizzate a video. La stessa tipologia di macchinari può trovarsi installata all’ingresso di stabilimenti che ricevono e trattano rifiuti.

Scanner a raggi X installato in aeroporto ed esempio di immagine ottenuta.

Per applicazioni legate alla produzione industriale i generatori di raggi X sono utilizzati per controlli di qualità, per evidenziare eventuali disomogeneità o perdita d’integrità degli articoli destinati a lavorazioni successive o ad essere commercializzati. Per radiografie su manufatti metallici di elevato spessore si deve ricorrere ad energie elevate per cui occorrono acceleratori di particelle.

Come funziona una sorgente di neutroni?

La generazione di radiazione neutronica per applicazioni industriali o di ricerca con dispositivi di piccole/medie dimensioni può essere ottenuta mediante:

  • Sorgente radioattiva contenente un elemento artificiale che decade per fissione spontanea con emissione di neutroni. L’elemento più diffuso per ottenere questo tipo di sorgente è il Cf-252 (Californio-252), con un tempo di dimezzamento di circa 2,6 anni;
  • Sorgente radioattiva costituita da un elemento emettitore di particelle alfa e da un elemento leggero: le particelle alfa interagiscono con l’elemento leggero provocando una reazione nucleare con conseguente emissione di neutroni. Sorgenti di questo tipo possono essere prodotte con Am-241 (Americio-241) o Ra-226 (Radio-226) accoppiato ad elementi come Berillio o Litio. Il tempo di dimezzamento di queste sorgenti dipende dall’elemento alfa-emettitore: per Am-241 vale circa 430 anni, mentre per Ra-226 si arriva a 1600 anni!
  • Generatori di neutroni prodotti da reazione di fusione: sono dispositivi relativamente compatti che sfruttano la reazione di fusione Deuterio-Trizio con conseguente emissione di particelle alfa e neutroni. Il vantaggio di questo tipo di generatore sta nella possibilità di “spegnere” la radiazione all’occorrenza. 

Per schermare la radiazione emessa da queste sorgenti (specialmente quelle contenenti elementi radioattivi) si utilizzano contenitori in polietilene o paraffina. I neutroni infatti possono essere schermati e assorbiti da materiali con un elevato contenuto di idrogeno.

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Esempio di sorgenti di Cf-252, sorgente di Am-Be nel suo contenitore schermante in polietilene e generatore di neutroni a fusione.

Analisi dei materiali

Le sorgenti di neutroni riportate sopra trovano impiego in industria in dispositivi per analisi qualitative e quantitative dei materiali, un po’ come con gli spettrometri XRF. Il principio di funzionamento è però diverso: la radiazione neutronica viene indirizzata sul campione inducendo reazioni di attivazione nucleare. Gli elementi così attivati hanno un tempo di dimezzamento tipicamente molto breve (dell’ordine dei secondi o minuti) e decadono emettendo a loro volta radiazione gamma che identifica in modo univoco lo specifico elemento. Rilevando la radiazione gamma e la sua energia si è in grado di identificare i singoli elementi presenti nel campione ed effettuare una quantificazione.

La radiazione gamma emessa può essere pronta o ritardata: nel primo caso si parla di Prompt Gamma Analysis, nel secondo di Delay Gamma Analysis. Questo tipo di analisi trova impiego in impianti come cementifici, dove è necessario conoscere con accuratezza la miscela di elementi per rispettare la giusta “ricetta”. Anche in impianti siderurgici che riciclano il rottame metallico possono essere installati questi sistemi di analisi per vagliare le diverse tipologie di leghe in ingresso allo stabilimento.

Processo di attivazione neutronica ed esempio di dispositivo montato in un cementificio.

Ispezioni geologiche

Sorgenti di neutroni come Am241-Be o Ra226-Be sono impiegate nelle indagini geologiche preliminari durante la perforazione di pozzi nel terreno, ad esempio per l’estrazione di gas o petrolio. La sorgente viene inserita nel pozzo da ispezionare, i neutroni emessi interagiscono con il terreno circostante e, in funzione del contenuto di idrogeno al suo interno, vengono rallentati e/o assorbiti. Una serie di rivelatori posti lungo il pozzo rileva la radiazione neutronica così modificata e la radiazione gamma prodotta per attivazione degli elementi presenti nel terreno. Si può quindi effettuare un’indagine della stratigrafia del terreno, individuando zone a più alto contenuto di acqua, e degli elementi presenti al suo interno.

Schema di funzionamento di una sorgente per ispezioni geologiche e tempo di rilevazione delle diverse componenti di radiazione.

Queste sono solo alcune delle applicazioni industriali delle sorgenti neutroniche: altri esempi sono indagini su reperti archeologici e opere d’arte, radiografie con neutroni, ispezioni su materiali sospetti per prevenire il traffico illecito di materiale esplosivo o radioattivo.

Questo tipo di radiazioni modificano i materiali analizzati?

A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se l’utilizzo di queste sorgenti radioattive con le loro radiazioni possa “alterare” in qualche modo gli oggetti con cui interagiscono. Per le tipologie di attività industriali che comportano l’utilizzo di radiazione X, ad energie inferiori a 10 MeV, non si possono avere fenomeni di attivazione nucleare dei materiali.

Quando si opera con neutroni invece abbiamo visto come il materiale venga attivato dal punto di vista nucleare con la produzione di elementi radioattivi: tuttavia questi elementi hanno un tempo di dimezzamento molto breve, per cui è sufficiente attendere il giusto tempo prima di poter utilizzare l’oggetto irraggiato.


QUANTE NE SAI?

Abbiamo di recente lanciato sul nostro canale Instagram una serie di quiz a tema nucleare, con cadenza settimanale.
Ecco i quesiti proposti il 6 ottobre 2025 (in grassetto le risposte corrette):

1) I raggi X sono generati da: 
a – Sorgente di neutroni
b – Fusione nucleare
c – Metallo colpito da elettroni

2)I neutroni vengono bene schermati da: 
a – Idrogeno
b – Elio
c – Azoto

3) Penetrano di più, rispetto a raggi X e gamma:
a – Neutroni
b – Particelle alpha
c – Particelle beta


RIFERIMENTI:

Il nucleare tra scienza, arte e media – evento a Milano

— AGGIORNAMENTO: pubblicato in coda all’articolo il link alla Diretta Youtube —



Che cos’è il nucleare? In che modo ne parlano giornali e media? Come affrontare Černobyl a teatro?
In occasione della messa in scena di Černobyl il Teatro Fontana, in collaborazione con il Comitato Nucleare e Ragione, propone un talk di approfondimento e informazione sul tema a partire dalle domande raccolte dal pubblico.

Tramite un form anonimo creato per l’occasione, potrete formulare domande, dubbi, perplessità sul nucleare e sul suo utilizzo. Cercheremo di rispondere sabato 11 novembre alle ore 17:30 presso il Teatro Fontana di Milano con un incontro aperto a tutti.

Intervengono:

  • Matteo Passoni – Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Nucleare del Politecnico di Milano, nonchè socio del Comitato Nucleare e Ragione
  • Stefano Braschi e Marco Ripoldi-  attori dello spettacolo

Coordina Mattia Battagion, giornalista ambientale di Will Media.

L’evento sarà trasmesso anche in diretta sui canali Youtube di Elsinor, dell’Avvocato dell’Atomo e di Nucleare e Ragione. Qui di seguito il link del nostro canale:

Energia Nucleare, un’opportunità per l’Italia: conferenza a Bologna il 14 ottobre

“I pro e i contro di una (re)introduzione nel mix energetico nazionale”

–AGGIORNAMENTO 17/12/2023: pubblichiamo in coda all’articolo il link al video della conferenza —

Si svolgerà questo sabato a Bologna, presso la sala “Prof. Marco Biagi” in via S.Stefano 119, una tavola rotonda dedicata all’energia nucleare, promossa dall’associazione Liberi Oltre le Illusioni.
Sarà un’occasione per toccare da vicino tutti i temi “caldi” legati al ruolo che il nucleare potrebbe assumere nella transizione energetica: tempi, costi, scelta della tecnologia, scorie, problematiche legislative e di accettazione sociale. Ci sarà spazio per tutte le domande del pubblico.

Interverranno:

  •  Marco Coletti, Fisico e Divulgatore Scientifico. Fondatore de “La Fisica che non ti aspetti” e socio del Comitato Nucleare e Ragione
  • Carlo Stagnaro, Economista e Direttore Ricerche e Studi dell’Istituto Bruno Leoni
  • Pierluigi Totaro, Fisico nucleare e Presidente del Comitato Nucleare e Ragione

I posti a disposizione sono quasi esauriti! Affrettatevi a prenotare, andando a questo link.

Nucleare, ritorno al futuro: convegno a Roma il 17 ottobre

— Aggiornamento 17/12/2023: pubblicate in coda all’articolo alcune foto della giornata —

Noi Moderati, in collaborazione con l’Associazione Italiana Nucleare e il Comitato Nucleare e Ragione, organizza un convegno per discutere del ruolo dell’energia nucleare nell’ambito del nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.

L’evento si comporrà di due sessioni.

Il primo panel, introdotto da un intervento del presidente AIN Stefano Monti, vedrà la partecipazione di Marco Baroni (IEA), Marco Cometto (IAEA), Lorenzo Mottura (Edison) e  Marco Ricotti (CIRTEN e progetto TANDEM). 
Verranno analizzati i differenti scenari energetici di decarbonizzazione per il nostro Paese, dal punto di vista dei tempi e dei costi di sistema, e verranno presentati i servizi, i metodi e gli strumenti offerti dalle agenzie internazionali per modellizzare e valutare i diversi sistemi energetici. 

Al secondo panel, moderato dal direttore di Open Franco Bechis,  prenderanno la parola l’on. Alessandro Colucci (Coordinatore dell’Intergruppo Parlamentare sullo Sviluppo Sostenibile), Matteo Passoni (PoliMI), Chicco Testa (Assoambiente), Elena Tonello (EPFL) e Pierluigi Totaro (Comitato Nucleare e Ragione). 
Si parlerà dell’importanza del sistema di istruzione e formazione, e delle iniziative di divulgazione e comunicazione, quali presupposti fondamentali per costruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini e per rafforzare il consenso nei confronti della comunità scientifica e della tecnologia.

Concluderanno i lavori l’on.Maurizio Lupi e l’on. Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

L’evento è aperto al pubblico e si svolgerà presso il Centro Congressi Cavour (Via Cavour 50/a – Roma) dalle 10:00 alle 13:00, il 17 ottobre 2023.

Il volantino del convegno:

Conferenze e Notte dei Ricercatori: finale di settembre ricco di eventi!

Non ci sono solo le piazze degli Stand Up For Nuclear, in queste prime giornate autunnali.

Siamo lieti di annunciare altre tre importanti iniziative, che vedranno diversi nostri soci impegnati in attività di divulgazione particolarmente variegate ed interessanti.

Si comincia giovedì 28 settembre alle 20:45 con “La scienza risponde”, evento promosso dalla Biblioteca Comunale di Settimo Milanese (via Grandi 10), e nel quale i nostri soci Iyed Boussaa, fisico teorico, e Riccardo Chebac, ingegnere nucleare, risponderanno a tutte le domande e i dubbi sull’energia nucleare, raccolti durante l’estate. L’evento è  ingresso libero.

Si prosegue il 29 settembre con una conferenza a Cologno Monzese, promossa dalla nostra associazione in collaborazione con “Giovani Blu” e l’associazione Auser. Sarà relatore Andrea Elia Montini, studente di ingegneria energetica presso il Politecnico di Milano. L’appuntamento è alle 20:30 presso Villa Citterio (via Galileo Galilei 2). Per partecipare è necessario compilare questo form.

Concludiamo nel weekend con una iniziativa promossa dal Dipartimento di Energia (DENERG) del Politecnico di Torino, nell’ambito della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, a cui hanno collaborato tanti nostri soci. Si tratta di una Escape Room a tema nucleare: sei nella sala di controllo di una centrale nucleare durante un incidente: fai attenzione ai segnali e alle informazioni che troverai per rimettere in sicurezza l’impianto.
Vi aspettiamo venerdì 29 settembre dalle 17:00 alle 24:00 e sabato 30 settembre dalle 10:30 alle 19:00 presso il Rettorato-Aula Bianca del Politecnico. L’evento è gratuito, ma per giocare è necessario registrarsi a questo link. Per tutti gli altri eventi della Notte Europea, potete consultare questa pagina.

Non è finita qui! Anche il mese di ottobre si annuncia particolarmente interessante: ci troverete a Bologna il 14 ottobre e a Roma il 17, con due eventi importantissimi, di cui vi daremo dettagli a breve. Stay tuned!