Buoni propositi per l’anno nuovo

Quest’anno nella calza abbiamo trovato quella che a tutti gli effetti ci sembra una buona notizia. Eccola qui: Sogin ha consegnato ad Ispra la proposta di Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi. Ispra ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei Criteri da parte di Sogin e validare la Carta.

14prato verde

La notizia, a dire il vero, era già nell’aria, corredata di qualche polemica montante. Poco importa. Per ora preferiamo concentrarci sul fatto che finalmente è stato raggiunto un traguardo fondamentale.

Il decreto legislativo n. 31 del 2010 ha affidato a Sogin il compito di localizzare, progettare, realizzare e gestire il Deposito Nazionale. A tale deposito deve essere annesso un Parco Tecnologico destinato a diventare un centro di ricerca applicata e di formazione. La realizzazione del deposito è un elemento essenziale affinché sia raggiunta la condizione di “prato verde” nei siti delle centrali nucleari del Bel Paese [1].

Nel Deposito, un’infrastruttura ambientale di superficie, saranno smaltiti in massima sicurezza circa 75.000 m³ di rifiuti di bassa/media attività:

  • 60% prodotto dalle attività di smantellamento
  • 40% prodotto dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca

Esso consentirà, inoltre, la custodia temporanea di circa 15.000 m³ di rifiuti ad alta attività.

Ecco, dunque, il nostro buon proposito per l’anno appena iniziato: seguiremo con molta attenzione tutta la faccenda e proporremo utili spunti di riflessione a chi fosse interessato. Tra le altre cose, si legge in quanto riportato dall’ANSA che “la pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione, che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati”.

Iniziamo, però, dall’essenziale: chi o che cosa è Sogin?

Sogin è la società pubblica responsabile del mantenimento in sicurezza e dello smantellamento dei siti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. Per convenzione, a livello internazionale, tutte queste attività possono essere raccolte sotto la voce decommissioning. Il decommissioning indica, quindi, l’insieme delle attività tecniche e amministrative necessarie a rilasciare un sito nucleare senza alcun vincolo radiologico.

Ricordiamo che la gestione dei rifiuti radioattivi comprende sia quelli prodotti dalle attività industriali, che quelli provenienti dai laboratori di ricerca e di medicina nucleare.

Oltre a Sogin, nel campo dei rifiuti radioattivi italiani troviamo anche Nucleco, che è l’operatore nazionale qualificato per la raccolta, il condizionamento e lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti e delle sorgenti radioattive provenienti dalle attività di medicina nucleare e di ricerca scientifica e tecnologica. Sogin è controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Nucleco per il 60% da Sogin S.p.a. e per il 40% da Enea. Nel Gruppo Sogin operano circa 1000 persone: ci sono ingegneri nucleari, civili, meccanici, chimici ed ambientali, ma anche ovviamente fisici, geologi, esperti di radioprotezione e biologi.

15Siti Sogin in decommissioning

 

Sito Approvazione Istanza di Disattivazione Brown Field
Bosco Marengo (*) 2008 2016-2017
Caorso 2014 2028-2032
Casaccia 2018 2023-2027
Garigliano 2012 2024-2028
Latina fase 1 (**) 2015 2023/2027
Latina fase 2 (***) 2017
Saluggia 2016 2028-2032
Trino 2012 2026-2030
Trisaia 2016 2028-2032

(*) Nel 2013 è stato ultimato lo smantellamento dei sistemi d’impianto. Nel 2016 sarà ultimata la sistemazione dei rifiuti condizionati nel deposito temporaneo e gli edifici di impianto non saranno demoliti.

(**) In condizione di brown field [2] i rifiuti saranno condizionati, gli edifici convenzionali demoliti e il reattore ridotto e reso idoneo a conservare in sicurezza la grafite.

(***) Nella fase 2 anche il reattore sarà smantellato, la grafite rimossa e confezionata in maniera idonea a conservarla in condizioni di sicurezza.

La realizzazione del Deposito Nazionale con annesso Parco Tecnologico richiederà in media l’occupazione di circa 1500 persone/anno per 4 anni. La schedula prevede anche la realizzazione delle necessarie infrastrutture ed opere accessorie. Il conferimento dei rifiuti radioattivi non partirà prima del 2024.

Naturalmente tutto questo avrà un costo…

16Investimento complessivo – sono esclusi i progetti di ricerca (circa un miliardo di euro)

Concludiamo con uno sguardo ad un futuro meno prossimo, ma non meno interessante. Sogin ha competenze e capacità adeguate alle prospettive del mercato del decommissioning, grazie anche alle esperienze maturate in campo internazionale. Esistono potenzialità che ci auguriamo non verranno trascurate. Perseguendo l’obiettivo di sviluppare partnership strategiche, Sogin potrebbe ritrovarsi a giocare un ruolo da protagonista nella gestione di grandi e svariati progetti di demolizione e messa in sicurezza. Per esempio, gli impianti nucleari che andranno spenti per sempre nei prossimi 35 anni sono davvero tanti.

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Reattori nucleari che entreranno in shut-down entro il 2050 – dati NE

 

Note

Fonti principali:

  • documentazione Sogin a supporto dell’Audizione Commissione Industria del Senato del 11/11/2014;
  • elaborazioni NE – Nomisma Energia;
  • comunicato stampa Ispra;
  • ANSA.

[1]          Su che cosa normalmente si intenda con “prato verde” nel campo degli smantellamenti industriali torneremo presto, con opportuni approfondimenti. Per chi non ne avesse la più pallida idea proponiamo qui di seguito un paio di foto che riteniamo eloquenti.

18Centrali nucleari – a sinistra Yankee Rowe (MA, Usa), a destra Connecticut Yankee (CT, Usa)

[2]          Definizione di terreno precedentemente utilizzato per scopi industriali o ad uso commerciale (e.g. anche una semplice stazione di servizio per il rifornimento di carburante), che può essere contaminato da basse concentrazioni di rifiuti pericolosi o di sostanze inquinanti. Opportunamente ripulito può essere riutilizzato per scopi analoghi o convertito in terreno edificabile con diversa destinazione.

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