La Radioattività non si può nascondere

di Massimo Burbi


Aggiornamento 4/8/2025: abbiamo pubblicato sul nostro canale Instagram alcuni quiz sulle tematiche trattate da questo articolo. Trovate i quesiti e le relative risposte in coda all’articolo.



Negli USA circa un terzo della popolazione vive nel raggio di 80 km (50 miglia) da una centrale nucleare [1], si stima che questo comporti una dose aggiuntiva di radiazioni di 0.1 μSv all’anno [2][3], circa 25.000 volte meno di quanto un abitante del pianeta Terra prende in media dal fondo naturale di radiazioni [4].

Accamparsi per un anno appena fuori da una centrale nucleare comporterebbe invece una dose aggiuntiva più o meno equivalente a quella che si prende dall’ambiente in tre giorni [5].

Questo ci dicono fonti come la Nuclear Regulatory Commission, ma ci possiamo fidare? Come facciamo a sapere che non ci nascondono qualcosa? Forse “noncelodicono”?

Per rispondere faccio un salto indietro di qualche anno: sono all’aeroporto di Monaco di Baviera e aspetto il volo per Firenze, ho lo spettrometro e il dosimetro nel marsupio. All’improvviso gli strumenti iniziano a vibrare tutti insieme. Apro il marsupio e leggo valori 10-15 volte superiori a quelli che dovrei leggere, che sta succedendo?

Immagine 1 – Valori decisamente sopra la norma rilevati ad un gate dell’aeroporto di Monaco di Baviera.
Il valore di picco visibile sul display di 1.87 mSv/h è stato registrato pochi minuti prima, durante i controlli di sicurezza, quando il dosimetro era all’interno del bagaglio a mano, quindi in un contesto del tutto diverso.

Provo a capire, oriento gli strumenti in tutte le direzioni cercando di non attirare l’attenzione e mi accorgo che la sorgente è una persona seduta non lontana da me. 

Tutti abbiamo della radioattività dentro di noi, perché respiriamo, beviamo e mangiamo sostanze radioattive che sono parte del nostro ambiente. Una persona di 70 kg ha circa 8000 decadimenti radioattivi che avvengono all’interno del suo corpo ogni secondo della sua vita [6], principalmente dovuti al Potassio 40 e al Carbonio 14. Il 10% della nostra dose quotidiana da radiazioni viene da dentro il nostro corpo [7][8].

Per provocare una reazione del genere da parte degli strumenti serve però ben altro. La spiegazione più logica è che si tratti di qualcuno che si è appena sottoposto a trattamenti medici che prevedono l’uso di radionuclidi e abbia ancora quel materiale radioattivo all’interno del suo corpo.

Immagine 2 – Andamento del rateo di dose nel periodo passato al gate. Ogni barra rappresenta la media su un minuto. I valori anomali iniziano alle 18:20. Il picco corrisponde al momento in cui la persona sorgente mi è passata davanti ad una distanza di poche decine di centimetri andando verso l’imbarco.

Accumulo dati per 25 minuti, registrando un rateo di dose medio di 0.85 μSv/h (con un picco oltre i 2 μSv/h quando la persona sorgente mi passa a poche decine di centimetri). Dopo l’atterraggio, sul treno verso casa, scarico lo spettro gamma sul portatile e cerco di capire di cosa si tratta. E’ uno spettro che non ho mai visto prima, che è quello che speri sempre di trovare per imparare qualcosa di nuovo.

Immagine 3 – Spettro gamma rilevato al gate dell’Aeroporto di Monaco di Baviera. L’analisi dei picchi gamma sembra indicare che si tratti di Lutezio 177. Il rateo medio di dose su un tempo di 25 minuti è di 0.85 μSv/h.

Dopo aver passato diversi giorni a scartare possibili candidati, concludo che potrebbe trattarsi di Lutezio 177, un radionuclide usato per il trattamento di alcuni tumori. Non sono del tutto sicuro, faccio vedere lo spettro anche ad altri e la conclusione sembra confermata. Il “mistero” pare risolto.

Immagine 4 – Uno dei tanti spettri gamma del Lutezio 177 misurati con un HPGE Detector reperibili online.

Tutto questo per dire cosa? Che la radioattività non si può nascondere, se una pericolosa nube radioattiva passasse sopra casa mia me ne accorgerei e con un po’ di impegno capirei anche cosa la rende tale. Il Cesio 137 e il Cesio 134 poi, cioè due dei radioisotopi che tipicamente si liberano in caso di rilasci accidentali di materiale radioattivi nell’ambiente, si riconoscono a prima vista. E se vivessi in un paese che censura le notizie? me ne accorgerei lo stesso, perché la radioattività la posso misurare, e come lo faccio io può farlo chiunque.

Anche un comune Geiger può bastare per capire se nell’aria c’è qualcosa di anomalo. Le uniche radiazioni che non si possono misurare sono quelle che non esistono o quelle abbastanza schermate da essere innocue. 

Questo anche per rispondere a chi si oppone alla realizzazione del Deposito Nazionale di rifiuti radioattivi in Italia paventando fantomatici danni per la salute dovuti ad eccessi di radiazioni immaginari mai osservati da nessuno negli altri paesi dove esistono depositi simili (siamo gli unici in Europa a non averlo) che tipicamente si trovano a pochi km dai centri abitati [9][10].

P.S. vivere entro 80 km da una centrale a carbone comporta in media una dose aggiuntiva di radiazione di 0.3 μSv all’anno [11], che è sempre quasi niente, ma è tre volte più del “quasi niente” che si prende stando alla stessa distanza da una centrale nucleare. 

Parlando di CO2 invece, le emissioni del carbone sono circa 70 volte quelle del nucleare [12], per non parlare altri inquinanti, di quale dei due dovremmo avere paura?

Immagine 5 – Emissioni medie per intero ciclo di vita di alcune tecnologie per la produzione di energia elettrica in grammi di CO2 equivalente per kWh di energia prodotta. Eolico 11 grammi, Nucleare 12 grammi, Fotovoltaico 44 grammi, Gas 490 grammi, Carbone 820 grammi [12]-

QUANTE NE SAI?

Abbiamo di recente lanciato sul nostro canale Instagram una serie di quiz a tema nucleare, con cadenza settimanale.
Ecco i quesiti proposti il 4 agosto 2025 (in grassetto le risposte corrette):

1) Quanti decadimenti radioattivi avvengono all’interno di una persona di 70 kg?
a – circa 8.000 decadimenti al giorno
b – circa 8.000 decadimenti all’ora
c – circa 8.000 decadimenti al secondo

2) A quante radiazioni siamo esposti vivendo vicino ad una centrale nucleare?
a – il triplo rispetto a centrale a carbone
b – un terzo rispetto a una centrale a carbone
c – sono circa le stesse

3) Perchè ci si può fidare di fonti come la Nuclear Regulatory Commission sui dati delle emissioni di radiazioni?*
a) Sono controllate da persone estremamente competenti
b) Le radiazioni non si possono nascondere, tutti possono misurarle
c) Tutti i dati pubblicati passano il vaglio della peer-review

[N.d.R.: Sì, in effetti l’ultima domanda poteva avere più risposte corrette. In particolare, come dimostrato dallo stesso Massimo Burbi, autore di questo e molti altri articoli pubblicati sul nostro sito, la radioattività è un fenomeno fisico che non si può “occultare*, è facilmente rilevabile e, con le opportune competenze e strumentazioni, si può quantificare. Di conseguenza, anche la risposta b è accettabile.]


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] https://ncdp.columbia.edu/nuclear-power-plants-earthquake-risk/ (dati non aggiornati a oggi)

[2][5] https://www.nrc.gov/about-nrc/radiation/related-info/faq.html#24

[3][11] https://nrl.mit.edu/sites/default/files/documents/xkcd%20Radiation%20Dose%20Chart.pdf

[4][7] http://www.fisicaweb.org/doc/radioattivita/geiger%20muller/taratura.pdf?fbclid=IwY2xjawF3gk1leHRuA2FlbQIxMAABHXiqRVtHpaZJ1b7B05M2CCuTpRKH-rD_IZXt6eGvbjZgrk8WVLZm4jcVlg_aem_66psrQvqGrfiEjtXp2zKkA

[6][8]  https://hps.org/publicinformation/ate/faqs/faqradbods.html?fbclid=IwY2xjawF3faBleHRuA2FlbQIxMAABHcC4p53SLM64z2q6VdN0QSxYKT7vDDvUorSbpctzp2-BQNomtcYYK2-OiA_aem_bjlFjFuALo8bu5dsell-cw

[9] https://www.depositonazionale.it/estero/pagine/esistono-in-europa-depositi-simili-a-quello-che-si-vuole-costruire-in-italia.aspx

[10] https://www.depositonazionale.it/ambiente-e-sicurezza/pagine/ci-saranno-rilasci-nellambiente-durante-lesercizio-del-deposito.aspx#impatto

[12] https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/02/ipcc_wg3_ar5_annex-iii.pdf?fbclid=IwY2xjawF3hxtleHRuA2FlbQIxMAABHcsKy_3Z8yRCXKqXp1STcR-z1pJYYIcdrlErAW-O7RzNHnRZ6G7d0fb97Q_aem_QnVp4tyVJSA6sL4LyfAQxw#page=7 (Pagina 1335 – Valori medi di emissioni per intero ciclo di vita)