È notizia di ieri che la corte di giustizia di Hiroshima (prefettura di Hiroshima, isola di Honshū, Giappone) ha intimato all’esercente della centrale nucleare di Ikata (prefettura di Ehime, isola di Shikoku, Giappone) l’immediata interruzione del servizio (permanent shutdown) dell’unità 3 (le unità 1 e 2 sono già fuori servizio) a causa del rischio potenziale derivante da un’eventuale eruzione del vulcano Monte Aso (prefettura di Kumamoto, isola di Kyūshū, Giappone)[1].
La decisione della corte emerge a seguito della consultazione di evidenze di una eruzione di alcune decine di migliaia di anni fa i cui effetti raggiunsero la zona occupata ora dalla centrale elettronucleare.
Colpisce particolarmente il seguente estratto dalla giustificazione della sentenza del giudice Tomoyuki Tanoue: “l’approvazione da parte dell’Autorità di Regolamentazione Nucleare della sicurezza del reattore era <<irrazionale>> (sic!) e la vita dei querelanti potrebbe essere messa in pericolo dalle radiazioni in caso di incidente rilevante”.
Umilmente chiediamo: dato che secondo la ratio del giudice gli effetti di una eruzione di massima potenza del vulcano (i.e. flussi piroclastici e ceneri – a proposito: sono radioattivi!) sarebbero in grado di far fallire completamente le barriere della difesa in profondità della centrale nucleare di Ikata, in quale modo potrebbero resistere tutte le altre strutture a salvaguardia della vita umana nel medesimo raggio di azione? Inoltre, data l’importanza del pericolo, perché non viene richiesta anche l’immediata rimozione di ogni sorgente radioattiva dalla centrale e non solo l’interruzione della produzione elettronucleare?
L’isola di Kyūshū ha una superficie di 36.753 km2, il vulcano Monte Aso dista 130 km SO dalla centrale nucleare di Ikata. Il rischio ipotetico inerente una potenziale eruzione di pari potenza a quella verificatasi decine di migliaia di anni fa dunque copre una superficie di 53.066 km2, superiore a quella della popolatissima isola in cui si trova il vulcano.
Fonti:
http://www.fukushima-is-still-news.com/2017/12/high-court-orders-shutdown-of-ikata-no.3-part-2.html
[1] L’ unità 3 della centrale nucleare di Ikata, rientrata in operatività commerciale a settembre 2016, era già temporaneamente non operativa per ispezioni in corso previste fino alla fine di febbraio 2018. Pertanto occorre precisare che non è stato intimato l’immediato arresto del reattore, bensì il suo non riavvio.
*El sueño de la razón produce monstruos, Francisco José de Goya y Lucientes
Consolante; non siamo solo noi in italia ad avere giudici appassionati contemporaneamente di film catastrofici e giurisprudenza creativa…
Forse può essere ancor più “consolante” sapere quanti sono i querelanti in questo caso: quattro. Sì, proprio come nel famoso modo di dire… 😉