Nucleare in zona sismica? La lezione di Fukushima

Nucleare e Ragione - Nucleare in zona sismica? La lezione di Fukushima

Di Massimo Burbi

Mentre continuiamo a macinare gas e carbone, le fonti energetiche più inquinanti e pericolose al mondo [1][2][3], che oltre ad alterare il nostro clima [4] uccidono centinaia di migliaia di persone ogni anno [5] senza bisogno di incidenti, cioè se va tutto bene, qualcuno vi dirà che costruire centrali nucleari in Italia è una pessima idea perché l’Italia “è tutta zona sismica”: Il passato insegna, guardate cosa è successo in Giappone.

Partiamo proprio da lì: cosa è successo in Giappone? un terremoto di magnitudo 9.0 [6], che vuol dire 30,000 volte più potente di quello dell’Aquila del 2009 [7] e circa 60 volte più potente di quello che ha devastato Turchia e Siria in questi giorni, con conseguente tsunami che ha lasciato sul terreno 18,000 morti [8].

Se parli di Giappone, nucleare e terremoti la prima cosa che viene in mente è Fukushima, o meglio Fukushima Dai-ichi, una centrale nucleare costruita negli anni ‘60 [9] che ha retto l’impatto del terremoto, ma a causa di scelte progettuali non proprio delle migliori, come la collocazione dei generatori diesel di emergenza al piano interrato, che nel marzo 2011 venne inondato dallo tsunami, rimase senza sistema di raffreddamento per i reattori [10], con conseguente esplosione (non nucleare) e rilascio di materiale radioattivo in atmosfera. E’ sempre utile ricordare che, in presenza di una catastrofe naturale di dimensioni bibliche, a distanza di quasi 12 anni tutto questo ha fatto meno vittime di quante ne fa una centrale a carbone in un giorno normale [11], cosa che non deve stupirci se consideriamo che nei primi quattro mesi dopo l’incidente, quelli in cui l’esposizione è stata massima, il 99.4% dei soggetti monitorati ha ricevuto una dose equivalente aggiuntiva di radiazioni per esposizione esterna inferiore a 3 mSv [12]. La dose media annua complessiva di un cittadino italiano è dell’ordine di 4.5 mSv [13].

Non tutti però sanno che Fukushima Dai-ichi non era l’unica centrale nucleare sulla costa est del Giappone il giorno del grande terremoto del 2011. Anzi, non era nemmeno l’unica centrale nucleare della prefettura di Fukushima: una decina di chilometri più a sud c’era infatti la centrale di Fukushima Dai-ni (che vuol dire “Numero 2”, mentre Dai-ichi vuol dire “Numero 1”) i cui quattro reattori andarono automaticamente in shutdown senza incidenti [14].

La centrale nucleare di Fukushima Dai-ni, fotografata il 9/11/2019 – Foto Massimo Burbi

Altra cosa che non tutti sanno è che la Prefettura di Fukushima non solo non fu l’unica prefettura devastata dal terremoto e dallo tsunami del 2011, ma non fu nemmeno la più colpita. Più a nord e due volte più vicina all’epicentro c’era e c’è la prefettura di Miyagi, che contò oltre 10,000 vittime e quasi 30,000 edifici distrutti o danneggiati contro le circa 1,600 vittime e i 2,400 edifici distrutti o danneggiati della prefettura di Fukushima [15][16]. L’11 Marzo 2011 la prefettura di Miyagi era il posto peggiore in cui trovarsi, come possono raccontare gli abitanti di Onagawa, cittadina di poche migliaia di anime proprio sulla costa che contò 827 vittime e il 70% degli edifici distrutti [17], inclusa la metà di quelli che dovevano servire da siti di sicurezza in caso di tsunami. In mezzo a tanta devastazione, centinaia di persone dovettero cercare rifugio in uno dei pochi edifici sicuri nelle vicinanze: la centrale nucleare che si trovava proprio a due passi da lì [18], risalente agli anni ’80 [19], più moderna e sicura rispetto a quella di Fukushima Dai-ichi (ma comunque costruita con criteri che oggi sono vecchi di 40 anni), la centrale nucleare di Onagawa non solo resistette al quarto più potente terremoto mai registrato e seguente tsunami senza mettere a rischio la vita di nessuno, ma aiutò a salvare quella di chi non aveva più un tetto sulla testa.

Dati statistici sugli effetti del terremoto e tsunami del Marzo 2011 nelle varie prefetture del Giappone. Fonte [7]
Dati statistici sugli effetti del terremoto e tsunami del Marzo 2011 nelle varie prefetture del Giappone. Fonte [7]

Il passato insegna, è vero, in questo caso ci insegna che siamo perfettamente in grado, e lo eravamo già 40 anni fa, di costruire strutture capaci di reggere a terremoti molto peggiori di quelli che ci possiamo aspettare in gran parte del territorio italiano, che per inciso ha anche zone a bassa sismicità [20] e dove tra l’altro oltre 6 edifici su 10 hanno più di 50 anni e sono stati quindi costruiti senza criteri antisismici [21], per non parlare dei casi di abusivismo e di non conformità alle norme anche in tempi più recenti, tanto che terremoti di magnitudo 6.0 diventano emergenze nazionali di cui si parla per decenni e dei “banali” terremoti di magnitudo 4.0 (cioè 30,000,000 di volte meno potenti di quello del Giappone del 2011) bastano a prendersi i titoli dei giornali, far evacuare le scuole, interrompere il trasporto ferroviario [22] e in alcuni casi limite a fare anche delle vittime [23].

La centrale nucleare di Onagawa. Fonte [24]
La centrale nucleare di Onagawa. Fonte [24]

Se un patrimonio edilizio fragile come il nostro venisse colpito da un magnitudo 9.0 il risultato sarebbero intere città spianate con un bilancio di danni e vittime che non è nemmeno il caso di provare ad immaginare. La presenza di centrali nucleari sul territorio sarebbe l’ultimo dei nostri problemi e magari potrebbero aiutare a dare un rifugio a chi non ce l’ha più, come ci insegna il caso di Onagawa, la centrale che, nel disinteresse quasi generalizzato dei media, ha aiutato a salvare centinaia di vite, mentre qualche decina di km più a sud quella di Fukushima Dai-ichi diventava il simbolo mediatico di una catastrofe epocale pur non avendo ucciso nessuno.

Immagine: effetti del terremoto del 2011 nelle varie prefetture del Giappone. Fonte [7].

[1] https://www.thelancet.com/article/S0140-6736(07)61253-7/fulltext?fbclid=IwAR3f-aA8balSxZUVThMIBldKJoRwiUbPe5UtPiDgVAqt7oeUtm0qsmrcVA4

[2] https://ourworldindata.org/safest-sources-of-energy?fbclid=IwAR2ahuHTUvMFJRaEtRR7PcPLjMSMDkxBUVvDN-skHNobe0ocV81j4FzBPI8

[3] https://finance.ec.europa.eu/system/files/2021-03/210329-jrc-report-nuclear-energy-assessment_en.pdf (Capitolo 3, in particolare la sezione 3.5 e nello specifico la figura 3.5-1)

[4] https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/02/ipcc_wg3_ar5_annex-iii.pdf?fbclid=IwAR1e_nX_2Xy_-GxbgpZAxA9jeDUrZJFdPZxX0W9RfC4v_dZwzP37B05ah_U#page=7 (Pagina 1335 – Valori medi di emissioni per intero ciclo di vita)

[5] https://source.wustl.edu/2021/06/new-research-finds-1m-deaths-in-2017-attributable-to-fossil-fuel-combustion/

[6] https://www.scientificamerican.com/article/details-of-japan-earthquake/?fbclid=IwAR2v_pJb4Foi71QzFdGz6YMBugrer-D1uurkpipaKRyhBDZkEPDdP-RUwWE

[7] https://emergenze.protezionecivile.gov.it/it/sismiche/terremoto-abruzzo-2009

[8] https://www.ncei.noaa.gov/news/day-2011-japan-earthquake-and-tsunami?fbclid=IwAR23YSWDt_YkwF3qGPrkAWp1AE3rNvLbcnkOiZzqyMECCNFr3ZR30w1agbI

[9] https://www.cas.go.jp/jp/seisaku/icanps/eng/120224Honbun02Eng.pdf?fbclid=IwAR2cFD4T6OdrSpjuFhgkNDDqvsW7FFfu5umhp-lHNsytZG8iLz57w7BO_6M

[10] https://www.iaea.org/sites/default/files/anaylysis_nra1014.pdf?fbclid=IwAR2v_pJb4Foi71QzFdGz6YMBugrer-D1uurkpipaKRyhBDZkEPDdP-RUwWE

[11] https://www.who.int/news-room/questions-and-answers/item/health-consequences-of-fukushima-nuclear-accident

[12] https://www.niph.go.jp/journal/data/67-1/201867010003.pdf

[13] http://www.fisicaweb.org/doc/radioattivita/geiger%20muller/taratura.pdf?fbclid=IwAR2GMarmxt093hTPJWUvygCtjiTePRl6OEadUXyhTMUC1LEFsxYWawO713c

[14] https://world-nuclear.org/information-library/safety-and-security/safety-of-plants/fukushima-daiichi-accident.aspx

[15] https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/19475705.2011.632443

[16] https://reliefweb.int/report/japan/miyagi-assessment-report-japan-earthquake-tsunami-2011

[17] https://www.japantimes.co.jp/opinion/2016/02/13/commentary/onagawa-rebound-devastation/#.V68CMHjXerU

[18] https://www.theguardian.com/world/2011/mar/30/onagawa-tsunami-refugees-nuclear-plant

[19] https://en.wikipedia.org/wiki/Onagawa_Nuclear_Power_Plant

[20] http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/italia.html

[21] https://www.ediltecnico.it/11025/rapporto-sul-rischio-sismico-il-44-dellitalia-e-vulnerabile/

[22] https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/23_gennaio_26/terremoto-romagna-oggi-6f3713e9-ecf5-47ed-a7da-175a50a89xlk.shtml

[23] https://emergenze.protezionecivile.gov.it/it/sismiche/terremoto-ischia-2017

[24] Fonte foto: https://world-nuclear-news.org/Articles/Further-delay-in-completion-of-Onagawa-2-safety-up

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