Radiazioni dal dentista: c’è da spaventarsi?

di Massimo Burbi

Dal dentista ho misurato radiazioni 40.000 volte superiori alla “norma”.

Quanto durerebbe uno studio dentistico con una pubblicità del genere?

I fatti: alcuni mesi fa mi sono generosamente offerto di accompagnare qualcuno a fare una radiografia dentale, omettendo di dire che avrei portato con me il mio dosimetro. Assistendo alla scena da circa metro di distanza, sono passato inosservato mentre misuravo un rateo di dose di picco di 868 μSv/h.

E’ tanto? Mettiamo i numeri nel contesto: vivendo in Italia si prende in media dall’ambiente una dose efficace di circa 3.300 μSv in un anno [1], che corrispondono a circa 0.38 μSv/h. Questo numero è la somma di raggi gamma terrestri, raggi cosmici, ingestione di alimenti e soprattutto inalazione di Radon. 868 μSv/h è circa 2.300 volte il rateo di dose medio che un italiano prende dall’ambiente.

Una botta niente male, ma quanto prende il diretto interessato? Per questo ho dovuto uscire allo scoperto e avere la faccia tosta di chiedere: “sareste così gentili da sparare quel fascio di raggi X direttamente sul mio strumento?”

Ho trovato qualcuno che condivideva la mia curiosità e non ha fatto obiezioni. Il dosimetro ha subito iniziato a vibrare, gli allarmi sonori erano disattivati o avrei fatto scappare l’intera sala d’attesa. Un attimo dopo era tutto finito e sul display c’era scritto, in rosso, un rateo di dose di picco di 15.000 μSv/h (15 mSv/h), valore non da prendere alla lettera visto il tipo di misura su una sorgente attiva per pochi decimi di secondo, ma che corrisponde a circa 40.000 volte il rateo di dose medio che prendiamo dall’ambiente, essere esposti ad un rateo di dose simile vorrebbe dire assorbire in meno di un quarto d’ora la dose che normalmente riceviamo dall’ambiente in un anno. Immaginate le ultime frasi scritte in maiuscolo con abbondanza di punti esclamativi per ottenere l’effetto “moriremo tutti”. 

Immagine 1 – Il display del dosimetro Tracerco PED+ dopo la misura. Rateo di dose di picco 15 mSv.

Quindi una banale radiografia è una specie di suicidio assistito?

No, perché fin qui abbiamo commesso lo stesso errore fatto in molti articoli di stampa: il valore di picco, da solo, ci dice poco, conta la dose accumulata, che dipende anche dal tempo di esposizione. E’ la stessa differenza che c’è tra velocità massima e distanza percorsa: puoi viaggiare sparato su un razzo che va 1000 km/h, ma se ti fermi senza carburante dopo 10 secondi avrai percorso meno di 3 km. Qualcuno che si è incamminato a piedi, con passo mediamente spedito, avrà fatto più strada di te in poco più di mezz’ora.

Immagine 2 – Andamento della dose accumulata durante le varie fasi della radiografia, si nota un primo picco di radiazione diffusa in corrispondenza della radiografia misurata a circa 1 metro di distanza. Il secondo picco è invece relativo al fascio indirizzato direttamente sul dosimetro

Nel caso della seconda radiografia, quella presa direttamente dallo strumento, il dosimetro ha misurato quel livello di radiazioni per pochi decimi di secondo, accumulando una dose di appena 3.96 μSv, la stessa che si prende a terra in circa 10 ore [2] e su un volo di linea in meno di un’ora [3]. Messa così non fa più tanta paura. Oltretutto il fondo ambientale è uniforme su tutto il corpo (anche se identici livelli di radiazioni provocano effetti diversi su organi diversi [4)], mentre in una radiografia l’esposizione è concentrata in una sola zona e diminuisce rapidamente con la distanza [5].

Immagine 3 – La strumentazione utilizzata per la radiografia

Conclusione: le radiazioni possono uccidere, ma titoli su radiazioni 10 o 20 volte superiori alla “norma”, che magari durano lo spazio di poche ore, sono buoni per acchiappare click, ma non devono terrorizzarci, se prima non conosciamo l’estensione di queste radiazioni nello spazio e nel tempo. Anche un valore 40.000 superiore alla “norma” può essere innocuo se l’esposizione è abbastanza breve e circoscritta.

Tutto questo al netto dell’inevitabile margine di errore dello strumento, viste le modalità di misura e la brevissima durata dell’evento, che suggeriscono di ribadire che il valore di picco rilevato non va preso alla lettera.

P.S. in un paese sviluppato una persona prende in media circa 1.000 μSv/anno per esposizioni mediche [6].

P.P.S. I tipici valori di dose efficace per una radiografia intraorale vanno da 1 a 8 μSv [7], la misura presentata in questo post quindi, con tutti i suoi limiti, è ben all’interno del range.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] [2] [6] http://www.fisicaweb.org/doc/radioattivita/geiger%20muller/taratura.pdf?fbclid=IwAR2IO_2_yGHZkL1lcd42Q_p6T9nWzr-pc-VE0Z0Ud1OrBI2Zu5GvV1QinoI

[3] https://www.unscear.org/unscear/uploads/documents/unscear-reports/UNSCEAR_2000_Report_Vol.I.pdf?fbclid=IwY2xjawKL8nVleHRuA2FlbQIxMAABHqC_mCJnLpfZxMdMMzzBgjB_X71nUbkzRe3QEC6YKYjdogMCzzGZhGqXcuvz_aem_3SFz-ipk1Rn18IsrCkA5Pg

[4] https://ec.europa.eu/health/scientific_committees/opinions_layman/security-scanners/en/figtableboxes/tissue-weighting-factors.htm

[5] https://howradiologyworks.com/inverse-square-law-in-radiography-sid-impact-to-mas/

[7] https://www.iaea.org/resources/rpop/health-professionals/dentistry/radiation-doses

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