Elezioni Politiche: le proposte dei partiti sull’energia

[il programma energetico delle forze politiche in 400 parole o meno]

Ideensammlung - Erneuerbare Energien

Proponiamo di seguito le proposte programmatiche in tema di energia dei partiti per i quali siamo stati in grado di reperirle. I paragrafi più lunghi di 400 parole sono stati sintetizzati, ma per ogni partito è riportata la fonte originale del programma. Abbiamo inoltre riportato in neretto i punti a nostro avviso principali, laddove fossero parte di un discorso più ampio, per agevolare la lettura.

Lega Nord
[…] È nostro compito far sì che sia il più pulita ed efficiente possibile.
[…] Anche per colpa di reti energetiche, idriche e gas ormai obsolete, gravano sugli utenti italiani miliardi di costi inutili […] ogni utente arriva a pagare fino a 3 volte di più del costo dell’energia e effettivamente consumata.
[…] Occorrono centrali più piccole posizionate vicino ai centri di consumo, concepite con le più moderne tecnologie che sfruttano le fonti rinnovabili sul concetto della generazione distribuita, riducendo fortemente gli oneri di trasporto e le perdite.

Oggi, ad esempio, con il biometano ottenuto ecologicamente dalla fermentazione della parte umida dei rifiuti, siamo in grado di produrre energia pulita per alimentare la rete di trasporto pubblico locale. Un sistema che ha il doppio vantaggio di produrre energia green e risolvere il problema delle discariche, diminuendo drasticamente i costi di smaltimento e di conseguenza la relativa bolletta. […] In un Paese come l’Italia, che ha la più alta esposizione solare d’Europa, il fotovoltaico di nuova generazione è un’altra fonte pulita, così come l’eolico. Dobbiamo privilegiare gli impianti di piccola produzione di energia, in modo da allargare la platea di investitori […] Sistemi piccoli, ma ad alto valore tecnologico dove l’ingegno italiano è al primo posto.

[…] Vogliamo agevolare l’iniziativa dei piccoli produttori e la costituzione di una filiera interamente Made in Italy di costruttori dei componenti. […] Saranno incrementate le agevolazioni tariffarie per le fasce di popolazione a minor reddito.

Per fare questo sarebbe opportuno:

  • Riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti; 


  • L’approvazione immediata del Decreto, fermo al Ministero dello sviluppo economico, che prevede di riconoscere la tariffa di cui bene ciano le società che gestiscono l’energia elettrica sulle isole, a chi produce o 
autoproduce energia da rinnovabili; 


  • Approvazione del Piano Energetico per arrivare il più vicino possibile al 100% di Energia prodotta da fonti 
rinnovabili in ogni isola; 


  • Innalzare gli incentivi per la sostituzione di vecchie caldaie (oltre i 15 anni) presenti nei condomini; 


  • Incentivi alla produzione di Energia Rinnovabile da centrali biogas; 


  • Applicazione rigorosa della normativa per le case nuove o in ristrutturazione, prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica 
da fonti rinnovabili che essi comportano. 


  • Riduzione IVA per i prossimi cinque anni ed eliminazione del bollo auto per le auto Elettriche. 


  • Sviluppare la rete distributiva di Energia Elettrica per autoveicoli. 


Partito Democratico
La green economy è la naturale alleata di un utilizzo efficiente di materie prime ed energia ma anche dell’innovazione e dell’hi-tech. […] La Strategia energetica nazionale (Sen), adottata con il contributo determinante del Partito Democratico, contiene le linee direttrici della politica energetica italiana dei prossimi anni. Le direttrici per il 2050 si muovono verso obiettivi ambiziosi e nella prospettiva di un sistema energetico indipendente dai combustibili fossili, sostenibile per l’ambiente, competitivo dal punto di vista economico e più sicuro. La Sen prevede un incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, con l’obiettivo minimo di una penetrazione totale sui consumi almeno al 28% nel 2030 e una percentuale di elettricità da fonti rinnovabili pari almeno al 55%. Nell’azione di penetrazione delle rinnovabili saranno centrali gli sviluppi delle tecnologie più mature (fotovoltaico ed eolico), nonché i rifacimenti e i potenziamenti degli impianti esistenti così da limitare il consumo di suolo. Lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile va di pari passo con la cessazione della produzione di energia elettrica da carbone nel 2025 e il rafforzamento della rete elettrica per migliorarne la resistenza, la flessibilità e la sicurezza, rafforzando le connessioni con l’estero e la distribuzione locale. […] ridurre i prezzi dell’elettricità, rispetto alla media UE, e azzerare il differenziale di prezzo all’ingrosso tra il gas italiano e quello del Nord Europa. Per il gas, […] sarà importante migliorare le infrastrutture di interconnessione accrescendo nel contempo la sicurezza degli approvvigionamenti. Occorre rendere veramente competitivo il mercato elettrico e del gas, dando piena attuazione a quanto previsto dalla recente legge sulla concorrenza […].

Dobbiamo incidere con ancora più forza sulla riduzione del costo dell’energia per le imprese, con particolare riguardo a quelle piccole e medie[…]operando per ridurre le componenti fiscali e parafiscali che oggi gravano sulle bollette ed estendendo l’intervento anche ai consumi di gas. Sul fronte della mobilità sostenibile e della diffusione del vettore elettrico occorre accelerare la transizione verso modalità di trasporto meno inquinanti, promuovendo una mobilità privata e collettiva sempre più sostenibile.

Occorre anche una decisa svolta sul fronte dell’efficienza energetica tanto nel settore privato quanto nella Pubblica amministrazione, con particolare attenzione all’edilizia residenziale e pubblica. […] Nella prossima legislatura intendiamo estendere a tutti i contribuenti la piena cedibilità del credito fiscale anche a banche e intermediari finanziari[…].

Forza Italia

  • Più tecnologie innovative applicate all’efficientamento energetico
  • Risparmio energetico ed efficientamento della rete

  • Sicurezza degli approvvigionamenti

  • Più efficienza della produzione energetica e dei consumi nell’edilizia, nell’industria e nei trasporti

  • Sostegno alle energie rinnovabili

Movimento 5 Stelle
Pensiamo vi sia la necessità di una politica energetica sostenibile caratterizzata dai principi del risparmio energetico e del benessere economico a bassa intensità ecologica, alta intensità occupazionale e limitato consumo di risorse, in linea con quanto proposto nel piano energetico.

[…] calcolo dell’ impronta ecologica (Wackernagel e Rees, Università della British Columbia , Canada). Una teoria di sistema di contabilità ambientale in grado di stimare la quantità di risorse rinnovabili che una popolazione utilizza per vivere, calcolando l’area totale di ecosistemi terrestri e acquatici necessaria per fornire, in modo sostenibile, le risorse utilizzate e per assorbire, sempre in modo sostenibile, le emissioni prodotte.
[…] necessità di valutare nella maniera più precisa possibile il ritorno energetico sull’investimento energetico (EROI: Energy Return On Investment ), criterio in base al quale si opera una necessaria comparazione tra l’energia ricavata e l’energia utilizzata per arrivare al suo ottenimento (vedi impianti industriali). Per esempio, negli studi analizzati, l’energia solare fotovoltaica ha un EROI doppio rispetto ad energia da biogas agricolo. Questo calcolo ha una valenza temporale e spaziale: è cioè chiaramente variabile in base alla disponibilità di risorse in un territorio e varia nel tempo, per questa ragione dovrà essere rivalutato in diversi contesti e periodi.

Riteniamo prioritario garantire, a enti e cittadini, la possibilità di esercitare azioni contrarie a provvedimenti già assunti dai soggetti procedenti, a fortiori, richiedendo l’intervento dei poteri pubblici al fine di inibire e di prevenire il verificarsi di eventuali possibili pregiudizi all’ambiente.

Naturalmente questa bozza di programma ambientale andrà integrata con il programma energetico, infrastrutturale, agricolo e di ogni altro settore che abbia impatti ambientali o intenda usufruire di risorse finite.

Attualmente si può ottenere una linea programmatica con interessanti aspetti economici e occupazionali (almeno 1,5 milioni di posti di lavoro) che andranno progressivamente puntualizzati e potranno guidare la produzione, la ricerca e la sostenibilità e soprattutto orientare le priorità normative.

Fratelli d’Italia

  • Priorità al risparmio energetico, con azioni decise e non più rinviabili che possono fruttare un 30% in meno di consumi (e quindi di bolletta). E’ urgente razionalizzare e rilanciare le fonti rinnovabili: fotovoltaico, solare termico, eolico, biomasse, geotermico nella logica di distribuzione orizzontale e dell’autoproduzione. Avere il coraggio di investire sulla ricerca, capeggiando, da paese industrializzato privo di centrali nucleari, il consorzio internazionale per la fusione nucleare, cioè il nucleare pulito.

  • Niente discariche né inceneritori: è l’obiettivo strategico a cui tendere nel medio-lungo periodo. Il principio ispiratore del ciclo dei rifiuti è quello di riutilizzare gli scarti come materia prima seconda. In tutto il mondo sviluppato le materie raccolte e riciclate vengono vendute nell’industria. Da noi si gettano ancora in discarica, magari abusivamente o senza aver impermeabilizzato il suolo e paghiamo anche profumatamente chi li riceve. Produrre meno rifiuti, vietare imballaggi inutili e costosi, reintrodurre il vuoto a rendere, fare la raccolta porta a porta, sviluppare la filiera industriale dei materiali riciclati. Se questo ciclo viene messo in atto, la quantità residua di rifiuti è talmente scarsa e di così basso valore energetico che non vale la pena incenerirla, eliminando i danni per ambiente e salute. Facendo i giusti investimenti e perseguendo questa politica, entro pochi anni può essere raggiunto l’obiettivo di rendere ‘superflue’ le grandi discariche e gli inceneritori. Gli inceneritori, infatti, possono produrre energia elettrica solo se bruciano legno, carta e plastica. E, di fatto, oggi funzionano solo perché sostenuti impropriamente con i finanziamenti del famigerato Cip6 (quota parte della bolletta elettrica che dovrebbe aiutare solo le energie rinnovabili e invece in Italia finisce soprattutto sulle fonti ‘assimilabili’).

Più Europa
È indispensabile un salto di qualità delle politiche ambientali, con l’obiettivo di costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile nel lungo periodo, rispettoso dell’ambiente e idoneo ad assicurare una migliore qualità della vita. […] Per raggiungere l’obiettivo ambizioso della decarbonizzazione è necessario che la transizione sia graduale ma inesorabile, con un apporto sempre maggiore di energie rinnovabili e l’uso del gas naturale come fonte di transizione. È utile favorire disincentivi di mercato all’uso di fonti inquinanti come il sistema europeo di scambio delle quote di emissione, che garantiscano una convenienza economica alla riduzione delle emissioni, per non mettere in contrapposizione crescita economica e sostenibilità ambientale. Anche l’introduzione di una carbon tax può disincentivare i processi ad alta intensità di emissioni, nel quadro di una complessiva riduzione della pressione fiscale. Ci batteremo perché gli impegni del Governo a uscire dal carbone entro il 2025 e ottenere entro il 2030 che il 55% dell’elettricità provenga da fonti rinnovabili vengano rispettati senza compensazioni illegittime ai produttori che tardino ad adeguarsi.

Linee d’azione coerenti per l’Italia sono l’elettrificazione dei consumi energetici, compresi quelli per il trasporto privato attraverso la diffusione dei veicoli elettrici (anche ibridi in una fase di transizione) e […] il disincentivo (con misure di mercato come l’Area C di Milano) ai veicoli con motori a combustione e alle forme più inquinanti di riscaldamento degli edifici. Queste politiche devono associarsi a investimenti in potenziamento del trasporto pubblico urbano anche ferroviario (con strumenti contendibili di affidamento), alla diffusione del car sharing e bike sharing e all’eliminazione dei vincoli allo sviluppo di forme di share economy nella mobilità.

È anche necessario proseguire con le politiche per l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati: […] e per questo riteniamo sia importante favorire incentivi cedibili finanziariamente.

[…] introdurre principi di fiscalità ambientale più rigidi volti a disincentivare in generale il consumo di risorse finite, con eliminazione da subito dei sussidi pubblici alle fonti fossili d’energia, […].

La transizione al mercato del settore dell’energia deve essere completata con una regolamentazione corretta (non esosa per i cittadini rispetto alle buone prassi internazionali e nello stesso tempo mirata allo sviluppo) delle reti gestite in monopolio e una promozione senza indugi della concorrenza nei settori in competizione, limitando il potere di mercato degli ex monopolisti.

Liberi e Uguali
Il settore strategico, capace di intervenire su tutte le dimensioni della transizione, è la conversione ecologica dell’economia, capace di liberare l’enorme potenzialità per il rilancio di eccellenze industriali italiane, per la creazione di posti di lavoro diffusi, stabili, per la promozione delle economie sane in grado di produrre più risorse di quante vengano sottratte, in termini ambientali e sociali.

Per tutto questo, serve un Grande Piano Verde che contenga visione e strategia per puntare senza più indugi verso una totale decarbonizzazione del nostro paese e per passare dall’economia lineare a quella circolare: strategia “rifiuti zero”, riduzione dei consumi e in particolare di quelli energetici, radicale efficientamento di casa, mobilità e trasporti, e la contestuale conversione dei consumi residui verso uno scenario al 100% rinnovabile entro il 2050. Un obiettivo che si innesca sia agendo opportunamente sulla leva fiscale per esempio attraverso l’introduzione di una carbon-tax, sia investendo in programmi di efficientamento energetico, sia liberando le energie rinnovabili dalle norme fossili che le imbrigliano e, permettendo così alle imprese di guadagnare in competitività e alle famiglie di liberare risorse per altri consumi e investimenti.

Operare per il superamento della dipendenza dalle energie fossili significa, anche, costruire un modello di “democrazia energetica” che favorisca l’autoproduzione di energia pulita, in cui i cittadini e le comunità siano sempre di più consumatori, produttori e distributori di energia, riducendo così lo strapotere economico e geopolitico degli oligopolisti che oggi controllano nel mondo il settore energetico e spesso agiscono senza riguardo per i diritti umani e per l’ambiente.

CasaPound
Senza sovranità energetica non esiste sovranità nazionale. Occorre immediatamente varare un programma energetico nazionale che porti l’Italia all’autosufficienza, risparmiando miliardi di euro che oggi spendiamo per comprare all’estero combustibili fossili altamente inquinanti e peraltro in rapido esaurimento. Perché tutto dipende dall’energia: casa, salute, progresso, benessere, istruzione, pensione, lavoro, figli. Senza energia, con poca energia, con cattiva energia, noi sprofonderemo di nuovo nella condizione miserevole da cui gli altri popoli poveri e sfortunati cercano disperatamente di emergere.

Contro la sottomissione nazionale, proponiamo:

  • Ricostituzione dell’Azienda di Stato votata a produzione e distribuzione di energia elettrica.

  • Ritorno all’energia termonucleare.

  • Concreti e decisi finanziamenti delle fonti pulite e rinnovabili: biomasse, solare, eolico.

  • Concreti e decisi finanziamenti pubblici alla ricerca su: idrogeno, celle a combustibile, celle fotovoltaiche non silicee.

  • Studi di fattibilità per l’introduzione dei biocombustibili. Affidamento da parte dei comuni a società operanti nel settore dell’energia, sotto stretto controllo pubblico, per l’utilizzo degli scarti del legno da non smaltire come rifiuto urbano, ma da reimpiegare nella produzione di energia elettrica e termica attraverso la cogenerazione.

Insieme
Occorre superare la Strategia energetica nazionale (SEN) e attuare un Piano Energetico nazionale che punti al 100% di energie alternative con investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica, con obiettivi vincolanti di riduzione di CO2 che prevedano la de-carbonizzazione e il progressivo abbandono delle fonti fossili.

È possibile trasformare l’economia italiana ed europea in un campione globale per efficienza e risparmio energetico, sulla base di tecnologie appropriate e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, potenziando il riuso e il riciclo. Questo richiede di portare al 40% l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas climalteranti entro il 2030, dai livelli del 1990, per arrivare entro il 2050 alla totale de-carbonizzazione della società. […]

Insieme propone come prime misure urgenti:

  • Definizione di un Piano Clima Energia che metta l’Italia in linea con gli accordi sul clima di Parigi e che assicuri la revisione della posizione attuale dell’Italia nei negoziati legislativi in corso in sede europea verso obiettivi ambiziosi su rinnovabili, efficienza energetica, direttiva edifici e che chiarisca le misure concrete di adattamento e mitigazione dai cambiamenti climatici e di riduzione della dipendenza dalle fonti fossili.

  • Realizzare un programma e un calendario verso la rottamazione del motore a scoppio, così come indicato dalla risoluzione del Senato approvata dalla commissione ambiente e un programma capillare per la collocazione di colonnine elettriche.

  • Puntare sull’industria dell’auto elettrica, creando la filiera dell’auto pulita e conseguenti politiche di incentivazione graduate in base al reddito, sul retrofit, con incentivi e detrazioni fiscali.

  • Il divieto di circolazione dei motori diesel e benzina a partire dal 2035.

  • Misure per mitigare le emissioni in agricoltura e quelle industriali e domestiche ed eliminare progressivamente i sussidi e gli investimenti pubblici per i carburanti fossili, che sono oggi maggiori degli incentivi dati alle rinnovabili.

Forza Nuova
Forza Nuova riconosce nella sovranità energetica un principio fondamentale: un popolo e una nazione autenticamente indipendenti devono basarsi sulle proprie risorse, per quanto possibile, per vivere dignitosamente.
Una nazione autonoma anche dal punto di vista energetico sarà forte, libera e rispettata a livello internazionale; per questo propone:

  • Il superamento della filosofia che ha portato all’utilizzo dell’energia nucleare che, dopo i noti e gravissimi incidenti, ha dimostrato di essere fonte energetica inaffidabile e pericolosa e, pertanto, l’urgente necessità di negoziare con gli Stati confinanti, che ancora se ne avvalgono, accordi di garanzia e di tutela;

  • Un piano strategico per l’abbandono dei carburanti fossili che approdi all’impiego delle energie rinnovabili e in particolar modo: dei sistemi che sfruttano la trasformazione dei rifiuti in energia, del metano, dell’ eolico, del solare e dell’energia idroelettrica;

  • La totale nazionalizzazione delle imprese produttrici e fornitrici delle risorse energetiche nazionali;

  • La ricerca di partnership strategiche per l’acquisizione di materie prime attraverso la contrattazione diretta con i Paesi produttori e il ricorso al “baratto internazionale”, assicurando così l’indipendenza e l’affrancamento anche per i Paesi produttori dalle logiche globaliste e monopolistiche di sfruttamento;

  • Il decentramento dei sistemi produttivi su base provinciale, strutturato su un piano “circolare” che contempli: la produzione e co-generazione di energia, la rinascita dell’agricoltura e dell’allevamento, la ripresa della vendita a mescita, lo smaltimento in loco dei propri rifiuti, la sobrietà dei consumi ed il rifiorire delle economie rurali e artigiane;

  • La promozione di tecniche di costruzione, già realizzate in molti Paesi europei, per un’edilizia che conduca ad una totale autonomia energetica, privilegiando l’utilizzo di materiali nazionali e/o a chilometro zero;

  • L’incremento del trasporto tramviario, ferroviario, fluviale e pubblico in generale nelle aree metropolitane e su tutto il territorio nazionale, per diminuire i consumi e l’inquinamento atmosferico e per facilitare la mobilità privata e commerciale.

Potere al Popolo

  • una nuova politica energetica che parta dal calcolo del fabbisogno reale e dalla radicale messa in discussione della Strategia Energetica Nazionale, raccogliendo le rivendicazioni dei movimenti NO TRIV e dei comitati per il NO EOLICO SELVAGGIO e la richiesta di democrazia dei territori contro un modello centralizzato orientato da interessi multinazionali

  • la moratoria sui nuovi progetti estrattivi riguardanti combustibili fossili e lo stop a ogni progetto di estrazione non convenzionale, l’eliminazione dei sussidi pubblici alle fonti fossili o ambientalmente dannose (16 miliardi annui) da utilizzare per la creazione diretta di posti di lavoro nell’efficienza energetica, nelle energie rinnovabili, in ricerca e innovazione tecnologica

  • l’uscita totale dal carbone come fonte di produzione energetica entro il prossimo decennio, l’uso delle biomasse solo da scarti, la pianificazione degli impianti eolici con criteri di tutela paesaggistica e faunistica, lo stop a infrastrutture energetiche come il TAP e Poseidon.

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