IAEA @ Fukushima

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Fig. 1 Un’immagine un po’ datata: esperti della AIEA in visita presso l’unità 4 della centrale nucleare Fukushima Daiichi. Foto scattata il 27 novembre 2013 durante le operazioni di rimozione del combustibile nucleare dalla piscina di quell’impianto, e qui riportata per gentile concessione della AIEA.

Lo scorso mese dal 9 al 17, in nove giorni densi di appuntamenti, una squadra di esperti inviati dalla Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha completato la terza missione organizzata per controllare gli sforzi del Governo giapponese e dell’operatore Tepco volti alla pianificazione ed alla attuazione in piena sicurezza dello smantellamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. (Le unità 1-4, per la precisione. Riguardo alle unità 5-6, rimaste praticamente illese, è stata stabilita, sembrerebbe in via definitiva, la non riattivazione, ma non è ancora pianificato in dettaglio lo smantellamento, e non sono pochi quelli che vedono in tale decisione un inutile spreco di energia, letteralmente.)

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Fig. 2 centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Veduta aerea, foto scattata nel 2014.

I controlli hanno compreso sia incontri istituzionali sia una vera e propria ispezione del sito per ottenere informazioni di prima mano.

Il team AIEA ha esaminato una vasta gamma di questioni connesse alla disattivazione della centrale colpita dallo tsunami, con particolare attenzione alla sicurezza ed agli aspetti tecnologici dello smantellamento, della gestione dei rifiuti radioattivi, del controllo delle acque sotterranee e dello stoccaggio dell’acqua contaminata presso il sito. La missione ha anche compreso una completa revisione dei risultati raggiunti a partire dalle due precedenti missioni, effettuate nei mesi di aprile, novembre e dicembre 2013.

Si sono inoltre svolte ampie discussioni con i funzionari del Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (METI) e le altre autorità.

I 15 membri del team hanno elogiato da una parte il governo per l’adozione di misure idonee per l’attuazione dei provvedimenti previsti per ridurre i rischi radiologici in situ e dall’altra la Tepco per i progressi ottenuti nello smantellamento in sicurezza degli impianti incidentati.

Durante un confronto con i responsabili dei lavori alla centrale gli inviati della AIEA hanno rimarcato il fatto che la situazione è notevolmente migliorata e che le operazioni di bonifica hanno portato ad una riduzione significativa dei livelli di dose da radiazioni in molte parti del sito; ma anche che la situazione resta molto complessa. In particolare, la crescente quantità di acqua contaminata pone una sfida a breve termine che deve essere vinta in un modo sostenibile; mentre la necessità di rimuovere il combustibile esausto, altamente radioattivo, in parte danneggiato, ed i vari detriti dai reattori incidentati pone una sfida enorme a lungo termine.

Nella relazione di sintesi preliminare consegnata alle autorità giapponesi il 17 febbraio, il team ha tra le altre cose riconosciuto il nuovo ramo della Tepco, creato l’anno scorso e denominato Fukushima Daiichi Decontamination and Decommissioning Engineering Company, come l’unica organizzazione responsabile per la gestione dei rifiuti radioattivi in loco e per l’esecuzione delle attività di decommissioning: decisamente un buon passo in avanti per chiarire le responsabilità!

È stato inoltre evidenziato il fatto che la creazione della Nuclear Damage Compensation and Decommissioning Facilitation Corporation, autorità nazionale in grado di sviluppare una strategia di guida per lo smantellamento, dimostra l’atteggiamento proattivo del governo e della Tepco.

Dallo stesso report si apprende che dall’ultima missione dell’AIEA diversi compiti importanti sono stati svolti correttamente, tra cui:

  • il completamento della rimozione del combustibile dalla piscina di stoccaggio dell’Unità 4;
  • il miglioramento e l’espansione dei sistemi per pulire l’acqua contaminata;
  • l’installazione di nuovi e migliori serbatoi per immagazzinare l’acqua contaminata;
  • la messa in funzione di un sistema di bypass delle acque sotterranee, e
  • la bonifica del sito, con conseguente riduzione della dose radiologica al personale che opera in sito.
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Fig. 3 Tecnici AIEA a Fukushima Daiichi. Febbraio 2015. Foto per gentile concessione della Tepco. A sinistra: di fronte all’area di stoccaggio dell’acqua contaminata. A destra: presso il sistema di rimozione dei radionuclidi.

Qui di seguito, invece, alcuni “temi caldi”, per i quali è richiesto maggiore impegno nei prossimi mesi come sul lungo periodo:

  • il persistere delle infiltrazioni di acqua freatica negli edifici principali e dell’accumulo di acqua contaminata in loco;
  • la gestione a lungo termine dei rifiuti radioattivi, e
  • tutte le questioni relative alla rimozione del combustibile nucleare irradiato, di quello danneggiato e dei residui/detriti.

A proposito dell’ultimo punto, il team AIEA ha specificato che tutte le parti interessate dovrebbero valutare con maggiore dettaglio la configurazione futura del sito. Si tratta infatti di un fattore importante per la gestione a lungo termine delle grandi quantità di rifiuti radioattivi già presenti e che si prevede saranno generati durante il processo di decommissioning.

La Tepco è stata, dunque, incoraggiata a sviluppare un piano integrato per lo smantellamento della centrale e la gestione dei rifiuti radioattivi. In particolare i tecnici della AIEA hanno sottolineato il fatto che l’attuale prassi con cui viene stoccata l’acqua contaminata non può che essere una misura temporanea ed ha evidenziato la necessità di una soluzione più sostenibile, ribadendo il consiglio ha fornito su questo tema durante l’ultima missione: scaricare in mare la grande quantità di acqua contaminata solo dal Trizio [2].

past present future

Il cammino da percorrere è lungo, complesso ed impegnativo”, ha detto Juan Carlos Lentijo, direttore del dipartimento AIEA Nuclear Fuel Cycle and Waste Technology. “Il Giappone sta procedendo passo per passo ed i piani stanno prendendo forma, il che rappresenta un’evoluzione positiva. È però fondamentale mantenere la sicurezza come la massima priorità in tutte le fasi della smantellamento dell’impianto.”

Il team AIEA prevede di inviare la sua relazione finale entro la fine di marzo.

Fonte principale:

https://www.iaea.org/newscenter/pressreleases/iaea-team-completed-third-review-japans-plans-decommission-fukushima

Note:

[1] International Peer Review of Japan’s Mid-and-Long-Term Roadmap towards the Decommissioning of TEPCO’s Fukushima Daiichi Nuclear Power Station Units 1-4.

[2] L’acqua triziata cui si fa riferimento è quella attualmente stoccata dopo opportuno trattamento e presenta livelli di radiotossicità tali da non implicare alcun rischio sanitario in caso di diluizione nelle acque dell’Oceano Pacifico prospicenti la centrale. Queste le parole del capo missione della AIEA: “This is accomplished with negligible impact on the environment and the safety of the people.”
Aggiungiamo che la data prevista per il completamento della depurazione delle acque reflue è stata rinviata all’anno prossimo. Tepco afferma che la rimozione di tutti gli isotopi radioattivi, tranne il Trizio, entro la fine di questo mese non è fattibile, e che i lavori dureranno probabilmente fino a maggio 2016. Circa 200.000 tonnellate di acqua devono ancora essere purificate; mentre circa 300.000 tonnellate sono state già trattate con il sistema ALPS, ma devono ancora essere sottoposte al trattamento Strontium-stripping, affinché tutte le concentrazioni di radionuclidi siano al di sotto limiti stringenti autoimposti dalla Tepco. Tuttavia, dato che è presumibile rimangano piccoli livelli rilevabili di alcuni isotopi anche dopo la purificazione, potrebbe essere necessario passare una seconda volta attraverso l’ALPS e lo Strontium-stripping; da cui il ritardo dichiarato.
Di Trizio, Stronzio e dei sistemi di rimozione dei radionuclidi a Fukushima Daiichi abbiamo già parlato qui e qui.

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