di Massimo Burbi
Per la serie “i borghi radioattivi d’Italia” oggi andiamo a Sorano, uno di quei posti da vedere almeno una volta nella vita e dove vale sempre la pena tornare.
Sorano è un piccolo comune in provincia di Grosseto che conta appena 3000 abitanti. Il suo capoluogo è stato costruito su una rupe di tufo [1], con un impatto scenografico che non lascia certo indifferenti, così come l’atmosfera che si respira camminando per le vie e i vicoli del centro storico, tra chiese, chiesette, palazzi piccoli e grandi, ristoranti che servono prodotti tipici, aria buona e….radiazioni ionizzanti.
Sì, perché Sorano è un posto decisamente più radioattivo della media: nelle due ore e dieci minuti che ho passato nel centro storico, il mio dosimetro ha accumulato una dose da radiazione gamma di 0.65 μSv, con una media di 0.30 μSv/h e picchi oltre gli 0.50 μSv/h (frutto anche di fluttuazioni casuali).
Un numero non significa molto senza un termine di paragone. Come facciamo a capire se è tanto o poco? Iniziamo dal grafico qui sotto, che rappresenta la dose media oraria registrata dal mio dosimetro nel corso della giornata, dalle 10 del mattino, poco prima che partissi da casa, fino alle 18 circa, quando sono rientrato alla base.
Prima di partire, il mio fondo ambientale si aggirava sugli 0.05 μSv/h, durante il viaggio la media varia tra 0.06 e 0.10 μSv/h e, una volta all’interno del centro di Sorano, sale fino a 0.35 μSv/h, per poi tornare ai valori iniziali sulla via di casa. Non abbiamo ancora risposto alla domanda, ma il primo dato è che a Sorano ho preso una dose di radiazioni gamma circa sei volte maggiore di quella che avrei preso standomene a casa, dove il fondo ambientale è simile a quello medio italiano [2]. Sono valori superiori anche a quelli che ho misurato, in media, a Fukushima, dove in più di sette ore, inclusa una prolungata permanenza nella No-Go Zone, il dosimetro ha accumulato 1.60 μSv, con una media di 0.22 μSv/h [3].
Perché Sorano è così più radioattiva della media? Qualche supercattivo ha contaminato il sottosuolo con depositi nascosti di scorie radioattive? No, semplicemente Sorano, come la vicina Pitigliano, è costruita con il tufo sul tufo. E dove c’è tufo ci sono l’Uranio 238 e il Torio 232 con le loro progenie [4], oltre al Potassio 40, radioisotopi presenti ovunque in natura, ma di più in alcuni tipi di rocce, come appunto il tufo. Lo spettro gamma di alcuni pezzi di tufo nella quarta immagine mostra tutti i picchi di radiazione gamma tipici della radioattività naturale, inclusi due picchi di Uranio 235, lo stesso che, in concentrazioni molto superiori, in quello che si chiama Uranio arricchito [5], diventa l’ingrediente basilare del “combustibile” dei reattori nucleari e, in caso di alto arricchimento, perfino delle bombe atomiche [6].
Non abbiamo però ancora risposto alla domanda: la radioattività che misuriamo a Sorano è tanta o poca? E per essere ancora più diretti: questa radioattività sopra la media rende Sorano un posto pericoloso? Il vero potenziale pericolo in un ambiente simile può essere l’accumulo di Radon 222 (anch’esso parte della catena di decadimento dell’Uranio 238 [7]) in ambienti poco ventilati, come ad esempio i piani interrati [8][9]. Il Radon non è direttamente visibile in uno spettro gamma, perché emette quasi solo radiazione alfa, ma lo sono suo “padre”, Il Radio 226, e alcuni dei suoi “figli”, il Bismuto 214 e il Piombo 214, quindi sappiamo che lì in mezzo c’è anche lui.
Parlando però del fondo ambientale, è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a dirci che esistono località abitate con livelli anche dieci volte più elevati di Sorano che non costituiscono un rischio per la salute di chi ci vive in pianta stabile [10], figuriamoci per quella dei turisti occasionali.
Quindi come al solito: le radiazioni ionizzanti possono uccidere, ma dipende dalla dose assorbita. Il fatto che un oggetto o un luogo siano radioattivi, anche diverse volte sopra le media, non basta a renderli pericolosi, né tantomeno letali.
Certo che se Sorano, invece che un borgo turistico, fosse una centrale per la produzione di energia elettrica, è facile pensare che qualcuno in Italia l’avrebbe già fatta chiudere, magari per costruirci sopra una bella centrale a gas.
NOTE E RIFERIMENTI
Misure effettuate con dosimetro Tracerco PED+
[3] https://nucleareeragione.org/2019/12/18/un-giorno-a-fukushima-2/
[4][7] https://www.epa.gov/radiation/radioactive-decay
[5] https://www.nrc.gov/materials/fuel-cycle-fac/ur-enrichment.html
[6] https://armscontrolcenter.org/uranium-enrichment-for-peace-or-for-weapons/
