Germania ed emissioni: le rinnovabili sono un mezzo, non l’obiettivo

di Massimo Burbi

In occasione della manifestazione promossa dalla Nuclear Pride Coalition per evitare la chiusura degli ultimi reattori nucleari tedeschi – a cui a partecipato anche una rappresentanza del Comitato Nucleare e Ragione – pubblichiamo questa analisi sul mix elettrico della Germania

“Per abbattere le emissioni non serve il nucleare, la Germania l’anno scorso ha prodotto quasi il 50% della sua elettricità con le rinnovabili”.

Se vi è capitato di leggere o sentire affermazioni del genere siete in buona compagnia.
È vero? Basta seguire l’esempio della Germania e “andrà tutto bene”?

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Iniziamo con il dire che l’affermazione sopra ha il difetto di fondo di confondere i mezzi con gli obiettivi, perché eolico e solare ci vogliono, ma il punto non è quante rinnovabili usi, né quanti soldi ci investi, ma quanto abbatti le emissioni. Non si ricordano squadre di calcio o team di Formula 1 che, a fine stagione, abbiano festeggiato per aver speso più di tutti gli altri, essendosi magari piazzati a metà classifica. L’investimento è il mezzo, l’obiettivo è la posizione finale, se ti piazzi in alto spendendo meno degli altri hai un motivo in più per dire di aver fatto un buon lavoro, se fai il contrario c’è poco da festeggiare.

È vero che la Germania nel 2020 ha prodotto il 44% della sua elettricità con le rinnovabili [1], ma se ci interessa valutare quel mix energetico in termini di emissioni, quello che vogliamo sapere sono i grammi di CO2 equivalenti emessi per ogni kWh (kilowattora) di elettricità prodotta, quello è il numero che conta.

Sappiamo che in media un kWh prodotto con l’eolico immette in atmosfera [2] circa 11 grammi di CO2 equivalenti, praticamente gli stessi del nucleare: 12 grammi. Con l’idroelettrico siamo a 24 grammi, con il solare fotovoltaico a 45 grammi.
Se quello stesso kWh lo produciamo con la biomassa emettiamo 230 grammi, e questo basta a farci capire che le rinnovabili non sono tutte uguali.
Con i combustibili fossili i numeri si impennano: 490 grammi per ogni kWh prodotto con il gas (se lo chiamo “gas naturale” restano 490 grammi) e 820 grammi per ogni kWh prodotto con carbone.

Il diagramma a torta del mix energetico della Germania del 2020 [3] ci dice intanto che in quel 44% di rinnovabili sono incluse anche le biomasse, e che per ogni kWh prodotto con le rinnovabili (incluse le biomasse) la Germania ne ha prodotto circa un altro con i combustibili fossili. Questo avviene perché fonti intermittenti come solare ed eolico hanno bisogno di essere affiancate da altre fonti capaci di fornire un carico di base e tappare i “buchi” quando non c’è abbastanza sole o non c’è abbastanza vento. La Germania per fare questo si affida ai combustibili fossili, e per ogni kWh prodotto con eolico e solare finisce per produrne più o meno un altro con carbone e gas, con il risultato che la media delle sue emissioni sta a metà tra quelle basse dei primi (11 e 45 grammi) e quelle altissime dei secondi (490 e 820 grammi).

È come fare un viaggio in macchina su un percorso metà in forte discesa e metà in forte salita. Per quanto tu possa risparmiare nel tratto in discesa, consumerai così tanto nel tratto in salita che finirai per svuotare il serbatoio più di quanto avresti fatto se l’intero percorso fosse stato in piano, e ci sarà poco da rallegrarsi per aver scelto una strada con il 50% di discesa. La discesa è il mezzo, non l’obiettivo.

Il mix tedesco porta ad emissioni medie di oltre 300 grammi di CO2 equivalenti per ogni kWh prodotto o consumato [4], che è tutt’altro che un buon risultato, come chiunque può verificare consultando la mappa delle emissioni aggiornata in tempo reale [5], in cui le nazioni verdi sono quelle ad emissioni basse e la Germania raramente ha una tonalità diversa dal marrone.

Tanto per non fare nomi, la Francia non si avvicina nemmeno alla quota di rinnovabili della Germania, ma ha emissioni che oscillano tra 30 e 60 grammi di CO2 equivalenti per kWh, quindi dalle 5 alle 10 volte inferiori a quelle tedesche, e questo perché si affida ad una tecnologia a basse emissioni che quell’elettricità low carbon gliela dà tutti i giorni, 24 ore al giorno.

Non si tratta di essere a favore o contro il nucleare, si tratta di essere pro-aritmetica. Parlare di emissioni di gas serra senza scendere nei numeri è come andare a giocare una partita di tennis lasciando la racchetta a casa, magari arriverai in campo e ti farai le foto di rito accanto alla rete, ma sei lì per fare un altro sport.

[1][3] https://www.cleanenergywire.org/…/germanys-energy…
[2] https://www.ipcc.ch/…/02/ipcc_wg3_ar5_annex-iii.pdf… (Pagina 1335 – Valori medi di emissioni per intero ciclo di vita)
[4] Mettendo insieme i valori di [2] e il diagramma a torta riportato in [1]
[5] https://www.electricitymap.org/mapImmagine: mix energetico ed emissioni di Francia e Germania ieri pomeriggio. Germania a quota 45% rinnovabili, Francia a quota 20%, ma le emissioni della Germania sono quasi sei volte quelle della Francia. 342 grammi di CO2 equivalenti contro 64, per ogni kWh consumato (fonte [5]).

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