Il caso sta rimbalzando sui media nazionali.
Sono in ballo cifre da capogiro (che aumentano di rimbalzo in rimbalzo). Ma l’argomento è interessante sotto molti punti di vista. E lo approfondiremo nei prossimi giorni.
Per ora ci limitiamo ad un’osservazione sulla dichiarazione della direttrice di Greenpeace International, riportata in conclusione all’articolo di Repubblica “Greenpeace minacciata di chiusura: una multinazionale chiede 200 milioni di euro”:
«Noi abbiamo 55 milioni di persone che ci danno online il loro supporto. Non credo che sia una buona politica sfidare il peso dell’opinione pubblica»
Se non è intimidatoria, è senz’altro pericolosamente demagogica.
Greenpeace, forte del consenso “online” di più di 50 milioni di persone, pare minacciare chi osi sfidare l’opinione pubblica. Incidentalmente, nel sito di Greenpeace si parla invece di 3 milioni di sostenitori. Viene da chiederci se per arrivare alla cifra di 55 milioni si stiano per caso conteggiando anche i follower sui vari social network o i like ad articoli e post, o chiunque abbia donato anche soltanto un euro nel corso della propria vita ad una qualsiasi delle campagne promosse da Greenpeace nella sua quarantennale storia. Molte persone potrebbero inconsapevolmente essere conteggiate in questo ideale esercito capitanato dai paladini dell’ambientalismo militante!
Infografica di resolutevgreenpeace.com, sito internet dove l’azienda Resolute Forest Products ed i suoi legali rappresentanti forniscono continui aggiornamenti sulla “battaglia” in corso http://www.resolutevgreenpeace.com/blog/2017/3/10/greenpeace-admits-its-attacks-on-resolute-were-non-verifiable-statements-of-subjective-opinion
Numeri a parte, l’aspetto più grave della questione è, a nostro parere, l’esplicito invito di Greenpeace nei confronti di governi e aziende private, a comportamenti demagogici, legati essenzialmente all’acquisizione del consenso. Consenso, come ben sappiamo, basato spesso su false informazioni, alimentate da una de-cultura scientifica dilagante.
Protezione ambientale, vaccini, OGM, energia nucleare… per quanto tempo ancora, su questo e altri temi vedremo anteporre il consenso popolare (manipolato facendo leva su paure irrazionali, sentimentalismi ed illusioni) alla realtà dei fatti e della ragione?
Realtà dei fatti che potrebbe anche comprendere un consenso molto diverso da – se non proprio opposto a – quello dipinto e strombazzato nei media…
Greenpeace Finally Realizes Its Attacks on Canadian Communities Have Consequences:
Personalmente a me Greenpeace sembra più un’organizzazione terrorista che ambientalista.